Ischia, il terremoto e quella cultura della prevenzione che manca al governo

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Ischia, il terremoto e quella cultura della prevenzione che manca al governo

23 Agosto 2017

2 morti, 42 feriti e 2600 sfollati. Il bilancio del terremoto che ha colpito Ischia lo scorso 21 agosto è definitivo. C’è chi dice che poteva andare molto peggio. E se si pensa alla vicenda dei tre fratellini salvati dai vigili del fuoco a Casamicciola, il comune più colpito dal sisma, sicuramente c’è da dargli ragione. Ma c’è anche chi sin da subito ha alzato la voce: “Crolli e vittime potrebbero essere attribuite alle costruzioni abusive” ha dichiarato ieri Egidio Grasso, presidente dei geologi campani. Dichiarazioni che non sono andate giù ai sindaci dell’isola che hanno fatto scudo considerando “falso collegare i danni all’abusivismo”. Dello stesso avviso anche il presidente della Regione Campania De Luca: “Crolli per abusivismo? Bestialità”.

Sarà anche vero che collegare direttamente i crolli all’abusivismo può essere affrettato prima di fare le dovute verifiche, tuttavia è anche vero che il legame è assai probabile che ci sia, come ha confermato il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli. Anche perché una cosa è certa: “Molte costruzioni sono realizzate con materiali scadenti che non corrispondono alla normativa vigente: per questo alcuni palazzi sono crollati o rimasti danneggiati” ha dichiarato Borrelli. E questo basta per aprire l’altro versante della polemica che mette al centro la prevenzione.

“È francamente allucinante che si continui a morire per terremoti di questa entità. Il nostro Paese si conferma estremamente vulnerabile. Quello che lascia più interdetti è la mancanza di atti concreti per la prevenzione” ha commentato ieri a muso duro il presidente del Consiglio nazionale dei Geologi Francesco Peduto. Lo stesso ministro Delrio si è affrettato a dire che “bisogna mettere in sicurezza il Paese” ma soprattutto “farlo presto”. Tuttavia le dichiarazioni di Peduto non lasciano scampo alle interpretazioni: “Si è parlato di tante cose, dall’informativa alle popolazioni alle lezioni nelle scuole, dal fascicolo del fabbricato alle assicurazioni sui fabbricati, dal rifinanziamento della carta geologica a quello per la microzonazione sismica fino alla necessità di abbattere le case abusive, come ribadito ieri anche dal ministro Delrio. Tante chiacchiere, ma un anno dopo non è stato fatto quasi nulla”.

Chiarissimo. Come del resto è stato fatto poco o nulla sul fronte ricostruzione dei paesi distrutti dal terremoto che un anno fa ha colpito il Centro Italia, dato che le “casette” promesse da Renzi e Gentiloni stentano ad arrivare e intere aree sono ancora invase dai detriti (pare che solo il 6% delle macerie, da Amatrice a Norcia, siano state rimosse). Ora è anche vero che in un anno non si poteva pensare certo di risolvere del tutto il problema della messa in sicurezza del Paese, ma, a quanto pare, a detta degli esperti, non sono state nemmeno gettate le “fondamenta” per il varo di un piano nazionale di prevenzione contro i terremoti. Se questa è la “cultura della prevenzione” auspicata da Delrio e prima di lui anche da Renzi, allora torneremo a vivere e vedere storie che troppo spesso sono diventate drammatiche.