
Israele attacca e avverte: tunnel di Hamas sotto l’ospedale

28 Ottobre 2023
Israele ha intensificato i raid aerei e gli attacchi con la artiglieria contro Hamas nella Striscia di Gaza. Nella notte di venerdì gli attacchi hanno interrotto le comunicazioni e provocato un blackout quasi totale per i 2,3 milioni di persone nell’enclave dominata dai terroristi che all’inizio di ottobre, dopo aver lanciato migliaia di razzi contro Israele, penetrarono in territorio israeliano uccidendo oltre millequattrocento ebrei e prendendone in ostaggio altre centinaia.
L’esercito israeliano ha annunciato un’espansione delle operazioni militari di terra, dunque il potenziale via libera alla invasione su larga scala di Gaza. L’obiettivo di Gerusalemme è azzerare il gruppo islamofascista di Hamas. Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha presentato un filmato aereo che mostra un tunnel di Hamas posizionato vicino a un ospedale. Israele continua a denunciare il fatto che Hamas opera volutamente tra i civili infiltrando miliziani e infrastrutture tra la popolazione e mettendola a rischio.
Le esplosioni dei continui attacchi aerei hanno illuminato la notte di Gaza City per ore dopo il tramonto di ieri. Il provider di telecomunicazioni palestinese, Paltel, ha segnalato una “completa interruzione” dei servizi internet, cellulari e fissi a causa dei bombardamenti. Non è chiaro quante sono le vittime delle incursioni. Secondo il ministero della sanità controllato da Hamas ci sono migliaia di vittime palestinesi, ma sono numeri che non tornano dopo la vicenda dell’ospedale della scorsa settimana, quando i 400 morti denunciati da Hamas si sono esponenzialmente ridotti secondo diverse fonti, oltre a capire che il missile sull’ospedale era stato lanciato dalla jihad islamica.
In ogni caso, il bilancio complessivo di questo conflitto ha superato quello di tutte e quattro le precedenti guerre tra Israele e Hamas messe insieme, stimato in circa 4.000 morti. Il blocco delle comunicazioni si aggiunge a quello della elettricità mentre si riducono le scorte di cibo e acqua. Il portavoce militare israeliano, il contrammiraglio Daniel Hagari, ha confermato che le forze di terra stanno intensificando le loro attività a Gaza, con l’obiettivo di raggiungere gli obiettivi militari.
L’esercito israeliano, che ha ammassato truppe sul confine, rivendica i raid mirati per preparare il campo di battaglia alle fasi successive della operazione militare da terra. Il blocco di Gaza ha comunque portato alla diminuzione delle forniture e dei soccorsi nella Striscia, l’ONU ha avvertito che la sua missione è al collasso. La offensiva di terra sarà lunga e impegnativa. Il primo obiettivo è smantellare la estesa rete di tunnel di Hamas e colpire le sacche di resistenza del movimento islamista. Israele ha dichiarato che non intende governare Gaza, ma non ha specificato chi la governerà .
A Washington, il Pentagono ha sottolineato l’importanza di proteggere i civili durante le operazioni militari di Israele e l’urgenza di fornire aiuti umanitari a Gaza. Il Pentagono ha anche sollevato la questione del rilascio degli ostaggi da parte di Hamas. Oltre 1,4 milioni di persone sarebbero già state sfollate dalle loro case e quasi la metà ha cercato rifugio nelle scuole e nei rifugi delle Nazioni Unite. Gli operatori umanitari chiedono di allargare i varchi da dove passano gli aiuti provenienti dall’Egitto. L’escalation del conflitto sollevato preoccupazioni sulla possibilità di una estensione del conflitto a livello regionale.
Le nazioni arabe, compresi gli alleati degli Stati Uniti e gli stati che hanno stretto accordi di pace o normalizzato le relazioni con Israele, hanno espresso un crescente allarme per la prospettiva di un’invasione di terra, che potrebbe causare un numero maggiore di vittime. Gli Stati Uniti nei giorni scorsi hanno colpito obiettivi sostenuti dall’Iran in Siria: il conflitto sembra allargarsi. Insieme alle tensioni nella regione e a livello internazionale, con le cancellerie internazionali che si posizionano preoccupate dall’evoluzione della situazione a Gaza.
I raid Usa si inseriscono nel contesto del sostegno americano a Gerusalemme ma allo stesso tempo sono un monito a Teheran. C’è incertezza sulle prossime mosse del regime teocratico iraniano, e c’è incertezza su cosa farà Washington con uno dei suoi avversari storici. Teheran potrebbe giocare d’anticipo, attaccando a sua volta Israele attraverso i suoi proxy in Libano, l’Hezhollah, il partito di dio che ha a disposione centinaia di missili per aprire un nuovo fronte contro lo Stato ebraico. Il regime iraniano però rischia di essere annientato. Eppure, osservano gli analisti, non siamo ancora arrivati ​​a questo punto.
“L’Italia si è astenuta” sulla risoluzione Onu per la tregua a Gaza “perché se da un lato riconosce gli sforzi delle parti arabe”, questi “non sono stati abbastanza per votare a favore. Manca la condanna inequivocabile degli attacchi di Hamas a Israele, manca il riconoscimento del diritto di difendersi di ogni Stato sotto attacco, in questo caso Israele, e non menziona la richiesta del rilascio immediato e incondizionato degli ostaggi del 7 ottobre”. Lo ha detto l’ambasciatore Maurizio Massari, rappresentante permanente italiano all’Onu.