La Banca sul letto che scotta

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La Banca sul letto che scotta

16 Aprile 2007

Nessuno avrebbe mai pensato che la Banca Mondiale sarebbe finita sulle prime pagine dei giornali (anche di un’Italia che poco sa cosa fanno le istituzioni finanziarie internazionali di stanza a Washington) per una storiaccia di letto, corna e trasferimenti in promozione. Ho lavorato alla Banca Mondiale per 18 anni, ne sono stato dirigente per 12 ed ho continuato sino al 2000, di tanto in tanto, ad essere consulente senior dell’istituto dove ho ancora molti amici. 

Ad oggi è difficile prevedere quale sarà lo sbocco della vicenda che coinvolge in prima persona il suo Presidente, Paul Wolfowitz, ex-vice Segretario alla Difesa Usa ed ex-rettore della School of Advanced Institutional Studies della Johns Hopkins University (dove – il mondo è pieno di coincidenze! – ho studiato per due anni). Il Consiglio d’Amministrazione della Banca tenutosi d’urgenza il 13 aprile ha deciso di prendere qualche giorno per decidere se mandare a casa il proprio Presidente o tenerselo azzoppato. Il sito www.whirledbank.org (un organo di controinformazione alimentato in gran misura dall’interno dell’istituto) è on line con un “AAA Presidente cercasi” ed i dettagli più pruriginosi del pasticciaccio brutto di 1818 H Street, N.W. – l’indirizzo della Banca.

Senza dubbio – come lo stesso Wolfowitz ha ammesso – favorire la propria fidanzata o compagna (che dir si voglia) è stato un errore grave e denota poca accortezza di giudizio. Tuttavia, sarebbe una lettura sbagliata pensare che la Banca sia in crisi per una storia di lenzuola. Negli Anni 70, quando l’istituto contava 4000 dipendenti, circolava un garbato bollettino quindicinale in fotocopia “Who is sleeping with whom in the Bank Group” (“Chi va a letto con chi nel Gruppo della Banca Mondiale”) che, basato in gran misura su gossip raccolto nella “World’s Buttery” (un caffè della diciottesima strada, demolito negli Anni 90 in quanto l’edificio conteneva amianto)  in cui si anticipavano divorzi e matrimoni. Suscitava , al più, qualche risata. Gran parte della Washington-che-può era a conoscenza che ogni mattina alle 7.30-8, la prima telefonata, appena arrivato in ufficio, di Robert S. McNamara (allora Presidente dell’istituto) era ad una nota editrice di giornali e televisioni (con cui aveva un rapporto affettivo). Nessuno gli dava importanza.

Le lenzuola sono la punta di un iceberg complesso che coinvolge la missione della Banca e del suo dirimpettaio, il Fondo monetario internazionale (Fmi). Le due istituzione, nate nel 1944 a Bretton Woods nel New Hampshire, hanno quasi 65 anni. E non se li portano affatto bene. Soffermiamoci sui nodi della Banca. E’ stata creata per finanziare tramite progetti specifici la ricostruzione e lo sviluppo dei Paesi devastati dalla seconda guerra mondiale; il suo mandato è stato progressivamente esteso ai Paesi in via di sviluppo che avevano difficoltà ad avere accesso al mercato internazionale dei capitali. Gradualmente non solamente gran parte del mondo considerato a basso reddito ha pienamente accesso al mercato dei capitali (si pensi all’Asia, all’America Latina ed a buona parte del Medio Oriente) ma dal 1987 la Banca ha smesso in pratica di finanziare progetti (campo in cui aveva il monopolio in termini di autorevolezza assoluta di analisi) per sostenere, invece, programmi non solo di investimento ma anche di politica economica e di attività fumose come la lotta alla corruzione (il comparto lanciato e preferito da Wolfowitz). Basta guardare l’ultima serie di slides messa in campo (What did you do today? What will you do tomorrow? – Cosa hai fatto ieri? Cosa farai domani?) per attirare giovani ad una carriera con la Banca, per rendersi conto come gli obiettivi siano diventati confusi.

Nel contempo, il personale dell’istituto è aumentato rapidamente: nel 1968 (quando presi servizio) eravamo 2500 (e la Banca faceva prestiti per progetti nei 5 continenti, anche alla Spagna ed all’Irlanda) ed eravamo tutti a tempo pieno ed indeterminato; eravamo 6000 (ancora tutti con lo stesso statuto) quando nell’autunno 1986 lasciai l’istituto; ora sono oltre 10.000 (con i regimi contrattuali più disparati) ed operano in un contesto in cui (perso il monopolio dell’analisi progettuale e ristretto all’Africa a sud del Sahara ed a pochi altre aree l’ambito in cui, senza la Banca, non si ha accesso al mercato dei capitali) ci si deve inventare nuove cose da fare per giustificare il proprio stipendio. La nomina di Paul Wolfowitz (che aveva mostrato grandi capacità manageriali nel mondo accademico, nella diplomazia e nella pubblica amministrazione) aveva accesso la speranza che la Banca sarebbe stata in grado di re-inventare se stessa (e di aiutare il Fmi a re-inventarsi).

Tutto ciò che la Banca vuole fare sapere sul sito www.worldbank.org
Ciò che la Banca non vuole fare sapere sul sito www.whirledbank.org
Sul vicino di casa, il Fondo monetario, Joseph Joyce, Todd Sandler “IMF Retrospective and Prospective: A Public Goods Viewpoint”in corso di pubblicazione ma disponibile per commenti a   http://ssrn.com/abstract=975518 oppure per e-mail richiedendolo a tsandler@usc.edu