La base, l’altezza e le unioni di fatto
10 Gennaio 2014
di Aldo Sarullo
Vivere insieme è un elementare stato di cose. Ci siamo abituati da sempre. Ma perché noi uomini viviamo in gruppi che chiamiamo società? La risposta la conosciamo: siamo stati spinti a farlo dai bisogni naturali, cioè secondo regole immodificabili perché alla base della sopravvivenza. Abbiamo creato la società, quindi, per garantirci protezione, scambio di utilità, scelta per la possibilità di perpetuare la specie umana. E quindi accettiamo la mescolanza tra storia e leggenda quando ricordiamo che tra le logiche della fondazione di Roma vi fu anche l’"approvvigionamento" delle femmine, il ratto delle sabine in età per figliare organizzato da Romolo.
Ciò che lega la partecipazione ad una società si chiama patto sociale e procede secondo regole di due tipi: quelle nate, cioè naturali e volte alla sopravvivenza e quelle scelte, cioè adottate per sovvenire alla qualità della sopravvivenza. Le prime, quelle originarie, sono immutabili, sono cioè i cardini dell’esistenza stessa della società; le seconde variano nel tempo e sembrano irrinunciabili soltanto mentre sono in vigore, ma divengono sbiaditi racconti del passato quando cadono in disuso, quando vengono sostituite da altre. Aver cura delle regole originarie, proteggerle, è da sempre un’attività che ha coinciso con la protezione della esistenza della società. Nessuno, quindi, s’è mai proposto di sopprimere il cibo o l’incontro tra uno spermatozoo e un ovulo. La società si sarebbe estinta e con essa ogni singolo "socio".
Nessuno tocchi le basi, quindi. E una società che si regga in piedi, che miri ad essere alta anche grazie al suo essere vitale, deve mantenere nel proprio patto sociale il principio che vede il suo diritto fondativo ad esistere tutelato dal patire le conseguenze del suo diritto di scegliere integrazioni e surrogati. Il che non vuol dire che le integrazioni non abbiano diritto d’accoglienza, ma che queste sono soltanto regole scelte e non nate e che in quanto sopraggiunte devono essere contemperate con le regole di base. Tra gli altri, si iscrive in questa dinamica il tema ineludibile e complicato dei diritti delle coppie omosessuali. Anche per esso accoglienza non può significare trascuratezza delle basi. Ne va, quanto meno, della solidità dell’altezza.