La brutta sessualità di Pasolini: parliamone
20 Giugno 2007
Sono stato da sempre a disagio di fronte al modo con cui Laura Betti e gli amici di Pasolini hanno condotto la loro legittimissima battaglia per far luce sulla morte di Pier Paolo Pasolini e oggi questo disagio aumenta a fronte della decisione di Veltroni di riaprire con la forza istituzionale della sua carica questa vicenda.
Non ho la più pallida idea della consistenza delle ragioni dei fautori della tesi del ”complotto”, ne diffido, per principio, ma non mi stupirebbe sapere, alla fine, che complotto c’è stato.
Quello che mi mette a disagio è il fatto che a Pasolini sia sempre stata perdonata quella serata, quel comprare un ragazzo povero, quel suo amore per il sesso violento, quel suoe ssere ricco e potente e macho che ”se faceva er ragazzino”. Brutta sessualità, molto brutta, violenta di censo e di corpo. Per di più contrabbandata, in tutta l’opera pasolinana, per una ricerca di bucolica o georgica purezza originaria, corrotta dalla città capitalista. Un pasticcio artistico che mi è sempre stato indigesto. Un intrico umano che non mi attrae e mi respinge. Pelosi forse è un assassino. Forse è la vittima di uno stupro che ha perso la testa e ha ucciso il suo violentatore. Forse è un’esca.
Una brutta, bruttissima storia che potrebbe diventare altro se solo gli amici di Pierpaolo Pasolini – e Veltroni – avessero avuto parole severe per le sue scelte e parole e gesti d’aiuto, per Pelosi.