La campagna elettorale del Pd in Sicilia fra preghiere ed epidemie

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La campagna elettorale del Pd in Sicilia fra preghiere ed epidemie

05 Novembre 2017

Da domenica sera saremo sommersi di commenti e valutazioni sulle elezioni in Sicilia, banco di prova per la politica italiana tutta. Tira aria di disfatta per il Pd renziano, e non è una novità. L’incubo è quello di arrivare quarti, e quindi stanno mettendocela veramente tutta per arrivare almeno terzi, da una parte, mentre dall’altra si preparano a prendere le distanze il più possibile da quella che ha tutta l’aria di essere la caporetto del PdR (partito di Renzi). 

La disperazione è tale che, letteralmente, non sanno più a che santo votarsi, e nell’incertezza cercano direttamente il Principale: solo così si spiega perché per ben due volte hanno parlato direttamente dal pulpito di chiese. La novità l’ha inaugurata Renzi, a Paestum, durante il suo tour campano, nonostante mesi prima abbia voluto precisare pubblicamente e con orgoglio di aver giurato sulla Costituzione, lui, mica sul Vangelo. Laicità, laicità, tanti voti non li dà, evidentemente.

Poi è stata la volta del candidato siciliano alla presidenza della Regione, l’educato rettore Micari, sacrificato alla causa del Pd, e scortato dal sindaco Orlando in una parrocchia di Palermo, la chiesa di Maria Santissima delle Grazie. I due si sono presentati a fine messa, e non era per gli avvisi settimanali che hanno preso il microfono. Il parroco, Don Ugo di Marzo, è stato travolto dalle polemiche, visto che non poteva certo dirsi all’oscuro di tutto. Si è difeso dicendo che, poiché i due stavano da quelle parti, ha dato loro un appuntamento a messa finita, per aggiornare la comunità sulla questione di un terreno dell’Eni che dovrebbe essere affidato alla parrocchia per finalità sociali, grazie all’università e al comune. Mentre a “livesicilia.it” molto teneramente, il candidato Micari confessa che “Siamo stati invitati a salire sull’altare e mi sono limitato a fare gli auguri ai bambini che si stanno preparando per la prima comunione e alle catechiste per l’importante ruolo che svolgono. Tutto qui. E i bambini non votano” (ma le catechiste e i genitori dei bambini, sì, verrebbe da dire).

Preso atto dell’importanza della preparazione ai sacramenti per il candidato del Pd, dobbiamo comunque onestamente riconoscere che il sindaco di Palermo Orlando ce la sta mettendo tutta, visto anche il disgraziato stato di salute dei fedelissimi di Renzi: dopo influenze di vario tipo che li hanno costretti a casa proprio in coincidenza del Consiglio dei Ministri che ha indicato Visco come governatore a Bankitalia, ecco che si sono fatte sentire le ricadute. Stavolta Luca Lotti ha lamentato un virus intestinale, e Graziano Delrio un attacco d’ernia: non possono proprio andare in Sicilia, come promesso. Fortunatamente altri godono di buona salute, tanto da affrontare lunghi viaggi: Matteo Renzi è in America da Obama e Maria Elena Boschi in Giappone a parlare di Pari Opportunità. Peccato non si trovino in Italia per aspettare i risultati elettorali siciliani. Fatalità.