La Cina si trasforma e l’Europa deve accettare la sfida

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La Cina si trasforma e l’Europa deve accettare la sfida

15 Giugno 2011

La crescita economica della Cina ha ridisegnato lo scenario del prossimo ordine mondiale. Da potenza emergente dal punto di vista economico, rappresenta ormai una realtà consolidata che suscita l’interesse di molti studiosi, politici e imprenditori occidentali.

All’inizio di marzo, il Congresso nazionale del Partito Comunista ha approvato il suo dodicesimo piano quinquennale, che rappresenta una vera e propria svolta, un deciso cambio di rotta nella politica economica, nella misura in cui esso porterà ad una revisione integrale dei principi base sui quali ha retto fino ad oggi il modello economico di Pechino. Il nuovo piano segnerà il passaggio da un sistema basato sulle esportazioni e la massimizzazione della crescita del PIL ad uno basato sul consumo. Obiettivo prioritario della Cina è infatti trasformarsi da un’economia fondata essenzialmente sulle esportazioni ad un’economia trainata dalla domanda interna. Ciò comporterà profonde implicazioni per la Cina, il resto dell’Asia e l’economia globale in senso ampio.

Il XII piano quinquennale si fonda sostanzialmente su quattro pilastri: lo sviluppo delle zone occidentali, la riduzione delle eccessive disparità economiche tra ricchi e poveri, il miglioramento dei servizi pubblici e di assistenza, il potenziamento della domanda interna. Il piano rappresenta una tabella di marcia verso una crescita economica indipendente, sulla base dei consumi interni e la riduzione della dipendenza della Cina sul piano delle esportazioni e degli investimenti. L’ intento è quello di modificare un sistema che il premier Wen Jiabao ha definito "squilibrato, scoordinato e insostenibile".

La nuova riforma segnerà l’abbandono del modello manifatturiero sul quale è stata imperniata l’economia cinese negli ultimi trent’anni, in favore di un modello a maggior intensità di forza lavoro da impiegare nei servizi. Un sistema basato sullo sviluppo dell’ industria e, più nello specifico, dei nove settori cardine della crescita economica: energie alternative, nuovi materiali, tecnologie informatiche, biologia e medicina, protezione ambientale, aerospaziale, navale, industrie avanzate e servizi hi-tech. Ciò avrà come conseguenza immediata una riduzione dei risparmi a livello nazionale e un aumento della spesa dei nuclei familiari e del governo cinese.

La nuova politica volta ad incentivare il consumo dovrebbe portare ad un significativo aumento dei posti di lavoro: un aumento del 35% dell’ unità di lavoro nel settore dei servizi porterebbe la Cina a raggiungere il suo target professionale anche con una crescita rallentata del PIL. Secondo obiettivo è limare il divario attualmente esistente tra lavoratori delle aree rurali, soggetti economicamente svantaggiati, e lavoratori delle aree urbane, attraverso un  aumento degli stipendi in favore dei primi. A tale aumento seguiranno politiche di tassazione, volte ad incentivare il potere di acquisto degli agricoltori, misure indirizzate ad ampliare i possedimenti delle terre rurali e programmi finalizzati ad incrementare la produttività agricola.

Altra componente fondamentale del piano è l’implementazione di politiche di sostegno e di solidarietà, che garantiscano efficienti sistemi pensionistici e l’erogazione di sussidi per contrastare la disoccupazione. Tra gli obiettivi prioritari vi sono "il miglioramento delle condizioni di vita di tutti i cittadini verso un aumento della ridistribuzione dei redditi" e "una ridistribuzione equa delle entrate personali e di quelle nazionali". Pechino, infine, s’impegna a intraprendere gradualmente la via delle riforme del welfare, del sistema sanitario e di quello immobiliare.

Questo piano può segnare indubbiamente una svolta nella politica economica del Paese: la trasformazione del modello economico cinese presenterà all’Italia e all’Europa nuove sfide, ma anche nuove opportunità. Fondamentale sarà cogliere appieno i vantaggi di questo nuovo mercato in piena evoluzione. Le nuove tecnologie nel settore della sanità, dell’ambiente, così come dell’edilizia sostenibile, dell’ingegneria e del design rappresentano indubbiamente ambiti strategici sui quali costruire forme di collaborazione. 

Importante sarà capire le nuove sfide economiche dell’Europa e della Cina: soprattutto, sarà primario comprendere in che modo potranno lavorare insieme per creare una crescita economica sostenibile e nuove opportunità occupazionali per i propri cittadini. La via da seguire è già stata tracciata.