La crisi dei ‘bancos’ rischia di far passare ai mercati una torrida estate

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La crisi dei ‘bancos’ rischia di far passare ai mercati una torrida estate

25 Giugno 2012

I mercati mal digeriscono la  decisione dell’agenzia di rating Moody’s di abbassare il giudizio su 15 delle più importanti banche del mondo. Milano ha chiuso in ribasso dello 0,65% anche per i deboli dati sulla fiducia dei consumatori diffusi dall’Istat. Peggio hanno fatto Londra (-0,95%), Francoforte (-1,26%) e Parigi (-0,75%). Solo la Borsa spagnola (+1,4%) ha archiviato una giornata di rialzo, grazie ai numeri sul salvataggio delle Banche spagnole.

Per ricapitalizzare le banche, secondo gli esperti della Banca centrale spagnola, serviranno al massimo 60 miliardi e non i 100 inizialmente previsti. La giornata dei mercati si è conclusa con il progresso di Wall Street: il Dow Jones ha guadagnato lo 0,53%, il Nasdaq l’1,17%, lo S&P500 lo 0,72%. La cosa certa è che a vedere come è andata la settimana si potrebbe pensare che la tempesta sia finita. Milano chiude con +2% meno significativi i rialzi per Francoforte – +051%- e Londra +0.6%, ma non può non notarsi il recupero della Piazza spagnola e del settore bancario senza aver visto  alcun segnale di miglioramento.

Gli investitori si sono accontentati della minestra riscaldata, quella servita dalla Fed con la proroga dell’operazione Twist. L’operazione Twist consiste nell’estendere la duration del proprio portafoglio grazie all’acquisto di bond con scadenze comprese tra i 6 ed i 30 anni e la vendita di titoli con scadenze inferiori ai tre anni, di fatto lasciare invariato il debito allungando la scadenza. Dal vertice di venerdì tra Germania, Francia, Spagna ospiti in Italia sembrano essere usciti i soliti inconcludenti accordi e si nota come le posizioni siano cristallizzate come il reiterato no della Merkel.

Mancano 7 giorni al fatidico vertice a Bruxelles del 28 e 29 giugno e ha ragione Monti quando dichiara che “…abbiamo dieci giorni per salvare l’euro”. Come spesso accade nei giorni precedenti ad un risolutivo incontro, i mercati sono in balìa della volatilità, ma la tendenza è di non vendere non perché manchi la volontà di farlo, ma per poter vendere di più e meglio se dovesse palesarsi un ennesimo nulla di fatto. La storia insegna che le decisioni importanti e risolutive si hanno avute solo in presenza di shock finanziari.

Oggi siamo in emergenza, non in shock e questo le autorità  finanziarie e politiche europee lo sanno benissimo. Ma se un accordo serio non si troverà la crisi si aggraverà e mai vorremmo avere un’estate torrida e non solo dal punto di vista climatico.