La fertilità in Italia ha diversi nemici tra cui smog, alcool e vip
20 Marzo 2011
Allarme fertilità: i ragazzi sono meno fertili di qualche anno fa. In una ricerca effettuata a Padova su un campione di duemila persone, sono stati confrontati i parametri del seme tra quarantenni e altrettanti diciottenni. Ne è scaturita una sensibile diminuzione del 25% nel numero degli spermatozoi dei più giovani. In una seconda, è stato preso in esame il potenziale fertile tra duemila giovani di 18-20 anni. Mille residenti in periferia e mille in città. Risultato minore fertilità del 30% nei ragazzi che vivono in città.
Ora fa sorridere leggere che il problema è che i giovani “non vanno dall’andrologo”: mica se ne accorgono di non essere fertili! Anche perché tutto li obbliga (obbliga!) a non diventare padri prima di 30-35 anni: dite se non è vero; se vedete una coppia di ventenni che fanno un figlio, li mandate ai servizi sociali, invece di dirgli “auguri!”
Come già scrissi nel libro “Una Gravidanza Ecologica” (Bellieni CV e Marchettini N, ed. SEF), oggi di figli non se ne fanno più, ma non per una libera scelta, ma per un condizionamento sociale che obbliga a rimandare l’età della gravidanza a quando ormai non si è più fertili o quasi, e perché siamo esposti a mille sostanze che bloccano la fertilità e di cui non ci accorgiamo: dagli ftalati che sono nelle plastiche e nei cosmetici ai metalli pesanti che infestano le carni dei pesci di grossa taglia come tonni e pescecani, agli insetticidi e solventi, che hanno il pessimo vizio di avere un aspetto simile a quello dei nostri ormoni, e quando ci entrano nel sangue bloccano la nostra produzione ormonale.
Per non parlare di fumo, alcol e droga, che i ragazzi prendono su stimolo della noia e anche della pubblicità che gli fanno tanti VIP ben pagati e che invece di aiutarli a divertirsi (come i suddetti VIP garantiscono), li rendono sterili.
Ora, non vi sembra un assurdo che si parli di sesso solo per reclamare due cose: preservativi e fecondazioni in vitro? Reclamano preservativi in un mondo che diventa sempre più sterile; e reclamano la costosa fecondazione in vitro (sacra auri fames!) senza spiegare invece come non diventare sterili. Che paradosso e che messaggi fuorvianti, che non vedono un mondo senza figli, senza bambini, in cui il bambino è “una scelta”, un “diritto” e ridottolo un oggetto di consumo soggiace alle leggi del mercato col solo difetto che facendo così non arrivano più.
Mettete una tassa su ogni VIP che racconta con vanto (o scherzandoci sopra) le esperienze con la droga o con l’alcol; raccontate ai ragazzi la bellezza della paternità e della maternità.
Già, ma quale bellezza nella paternità possono vedere se i loro genitori figli del relativismo etico, ex contestatori-capelloni e ora così presi a comandare industrie tanto da non fare più figli, li hanno messi al mondo come status-symbol e non gli hanno dato nemmeno un fratellino (“perché il babbo lavora tanto e la mamma mica può restare in casa a badare a te!”)?
Come salveremo i teenagers, condannati alla sterilità da un mondo che gli inquina il sistema riproduttivo fisico con lo smog e gli beve lo slancio riproduttivo morale con l’esempio negativo di una generazione di padri ricchi, sazi e privi di speranza?