La Finanziaria non taglia le tasse Tremonti: “Deficit solo per Cig”

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La Finanziaria non taglia le tasse Tremonti: “Deficit solo per Cig”

26 Novembre 2009

Le tasse non scendono. Un tesoretto in arrivo c’è ed è sempre legato allo scudo fiscale, in relazione al quale  si può stimare un gettito di circa 4 miliardi di euro, ma non andrà a finanziare l’iniqua Irap sulla quale tanto s’è discusso e neppure la proposta di cedolare secca sugli affitti e neanche la riduzione dell’Irpef alle famiglie. Servirà per interventi "strutturali" e non per misure "mirate": sarà destinato a sostenere welfare, enti locali e scuole oltre a irrobustire il fondo di garanzia per le Pmi.

Alla vigilia dell’esame alla Camera della manovra, il superministro dell’Economia Giulio Tremonti ha fissato nuovamente i paletti: disponibilità ad ascoltare sì, sarebbe stato il ragionamento del titolare di via XX Settembre, nuovi assalti alla diligenza no. Così, dalla Consulta economica del Pdl ieri è stata confermata la linea del rigore del Professore di Sondrio, che oggi, intervenendo ai lavori della Commissione bilancio della Camera ha puntualizzato: "Se c’è bisogno di fare deficit si fa solo per la cassa integrazione". È questa, ha sottolineato, l’unica causale che ha una cifra etica e morale condivisibile". Tremonti ha citato alla commissione gli ultimi dati pubblicati dall’Inps secondo cui "la cassa integrazione a ottobre è calata del 10% rispetto al mese precedente, crescono le domande di cassa in deroga e le risorse disponibili per la cig sono il triplo rispetto alle richieste". Poi un ulteriore chiarimento: "Ci dicono di aver chiuso i boccaporti, ma non è vero – ha detto il ministro – perché abbiamo concentrato tutte le risorse disponibili sugli ammortizzatori sociali, nella finanziaria continueremo a farlo e faremo anche qualcosa di più".

Ieri, proprio mentre era in corso la riunione in via dell’Umiltà a Roma, è arrivata la nuova lezione di diritto costituzionale da parte del  presidente della Camera Gianfranco Fini, che ha fatto sapere di non essere disponibile ad accettare un maxiemendamento confezionato in extremis e sul quale i deputati sarebbero obbligati a esprimere solo il voto di fiducia (al Senato la maggioranza era riuscita a difendere la linea rigorista del ministro Tremonti, esposta al fuoco emendativo della contromanovra di Mario Baldassarri e dei senatori finiani): "Il Presidente della Camera sarebbe in grossa difficoltà se la fiducia non fosse posta su un testo che esce dalla commissione ma su un maxiemendamento del Governo", ha detto, precisando che "non tutte le fiducie hanno lo stesso impatto politico".  E al termine della riunione della Consulta è stato lo stesso relatore Massimo Corsaro a rassicurare Fini: in caso di fiducia il voto sarà sul "testo votato dalla commissione". Si cerca quindi l’intesa, l’accordo con via XX Settembre sarebbe già stato fatto mentre per oggi, secondo indiscrezioni di stampa, sarebbe previsto un incontro con la Lega proprio per concordare i contenuti degli emendamenti con l’obiettivo di arrivare a un testo condiviso prima dell’esame dell’Aula della Camera. Si avvia quindi verso un progressivo stemperamento, nei toni e nel modo, anche la polemica tra i ministri e il titolare del Tesoro, che oggi ha indirettamente replicato alla "coltellata" di Brunetta. Il ministro della Funzione pubblica  aveva attaccato Tremonti prima nel fine settimana e poi martedì quando, per criticare l’eccessivo rigore nella politica economica del governo, aveva detto "Io sono un economista, Tremonti no". Oggi la replica del ministro dell’Economia, che senza mai nominare il collega ha risposto: "Il mio professore universitario, che era allievo di Piero Calamandrei, quando uno diceva sono un giurista rideva rispondendo: Sei un laureato in legge". Come dire, chi si loda s’imbroda.

La Finanziaria se non abbassa le tasse si arricchisce di nuovi interventi Welfare, ambiente, infrastrutture, sicurezza, giustizia, scuola, agricoltura e imprese: sono questi i capitoli sui quali sono stati decisi interventi da parte della Consulta Economica. Intanto, dal Ddl Lavoro esce l’ipotesi di appesantimento dal 6,5 al 7,5% dell’addizionale Ires (Robin Tax) per le compagnie petrolifere. Con la finanziaria 2010 verranno finanziati nuovi accordi di programma con le Regioni per lo sviluppo di progetti di edilizia sanitaria e arriveranno risorse nuove per le non-autosufficienze, il fondo per le politiche sociali, oltre che il 5 per mille per finanziare il settore del no-profit.

Sul piatto ci saranno 1.000 milioni in più per l’occupazione, con l’obiettivo di potenziare ulteriormente gli ammortizzatori sociali per i Co.Co.Co e per gli ultracinquantenni. Arriveranno anche le risorse per la proroga della detassazione dei contratti di produttività. Sicurezza: al Senato sono già arrivati maggiori fondi e risorse dalla vendita dei beni confiscati alla mafia e alla Camera ne arriveranno di nuove  e, soprattuttom, farà capolino il turn over per tutto il settore e per i vigili del fuoco. Per ogni uscita ci sarà un’assunzione.

Ancora: saranno finanziati con 500 milioni progetti di edilizia penitenziaria ed è previsto il recupero di risorse per 500-600 milioni attraverso la razionalizzazione di spese esistenti.

In Finanziaria troveranno spazio anche nuovi strumenti per aiutare il tessuto imprenditoriale: dal potenziamento del fondo di garanzia per le Pmi, al credito d’imposta per la ricerca e sviluppo, fino alla Banca per il Mezzogiorno, che guarderà alle imprese del Sud. E tornano i finanziamenti per i libri di testo gratuiti nelle scuole dell’obbligo (e per i redditi bassi) ma sarà possibile assicurare interventi anche per le scuole paritarie e per il fondo ordinario dell’Università. Qualche risorsa è già arrivata al Senato per il fondo di solidarietà del settore ma sarà rimpinguata alla Camera.

Poi il capitolo Ambiente. Come già annunciato, per il pacchetto Prestigiacomo ci sono già 1.000 milioni delle delibere Cipe. Arrivano comunque altri interventi, ad esempio sul ruolo dei commissari di governo negli interventi per la difesa del suolo. Infine, verranno  assicurate le risorse per il Ponte sullo Stretto di Messina e sarà ulteriormente rinviato il recupero di tributi e contributi per le popolazioni dell’Abruzzo colpite dal terremoto.