La Francia brucia, quale giustizia per Nahel?

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La Francia brucia, quale giustizia per Nahel?

La Francia brucia, quale giustizia per Nahel?

01 Luglio 2023

Migliaia di persone sono state arrestate in Francia nelle cinque notti di violenze dopo l’uccisione di un adolescente di origine nordafricana da parte della polizia. Una delle più grandi e violente “proteste” vissute da questo Paese negli ultimi anni, secondo il ministro dell’Interno Darmanin. Da Nanterre la violenza si è diffusa nelle principali città. Il Governo francese ha dispiegato 45.000 poliziotti nel Paese, 5.000 a Parigi. Nella capitale è stato imposto il coprifuoco, in alcuni comuni sono stati vietati gli assembramenti e sono stati interrotti tutti i servizi di autobus e tram dopo le ventuno.

Sono stati incendiati migliaia di veicoli, centinaia di edifici, oltre a tantissimi episodi di incendio in spazi pubblici. Centinaia di agenti di polizia sono stati feriti dall’inizio dei disordini. Il presidente francese Emmanuel Macron ha definito “imperdonabile” l’uccisione dell’adolescente ed ha accusato i social media di aver diffuso contenuti violenti e fomentato la violenza.

Giustizia per il giovane Nahel ucciso dalla polizia, chiedono i rivoltosi, ma non si capisce di quale “giustizia” parli la signora col cartello nella foto. Le “proteste” contro la polizia continueranno fino a quando non saranno redistribuite tutte le Nike, le borse Prada e i profumi Chanel presi nei negozi vandalizzati? Del resto non si ricordano “proteste” del genere – al massimo tante candeline accese – quando nel 2015 a Parigi i jihadisti ammazzarono 130 persone ferendone 450.

“Parte degli immigrati non si sono integrati, non si sono assimilati, non amano la Francia, le sue istituzioni, i suoi simboli. È un fatto, non so come dirlo altrimenti”, dice al Corriere Manuel Valls, ex primo ministro e ministro dell’Interno del governo Hollande. Non è una questione di povertà e mancanza di prospettive, “in quei quartieri ci sono scuole, mediateche, centri commerciali, commissariati, locali pubblici che sono stati dati alle fiamme”. Nanterre, la città di Nahel, non è povera.

È una questione di valori. Crollati quelli occidentali, entrata in crisi l’autorità dello Stato, della scuola, “l’Islam ha preso un ruolo importante, forse eccessivo. Si è perso tutto quello che costituiva la coesione sociale di una società. Per non parlare della perdita di autorità dei genitori”. Invece di prendersela con i social e i videogame, forse qualcuno farebbe bene a spiegarci come funziona questo modello di integrazione che assorbe milioni di stranieri senza dargli prospettive.