La Germania manda rinforzi in Afghanistan

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La Germania manda rinforzi in Afghanistan

21 Gennaio 2008

Nella settimana in cui il segretario alla Difesa
statunitense, Robert Gates, critica pesantemente la gestione della missione
ISAF in Afghanistan, la Germania fa sapere di essere pronta ad ampliare il
proprio impegno anche nel nord del paese. Benché questa ipotesi fosse stata
categoricamente esclusa nei mesi scorsi, adesso, a seguito del ritiro dello
sparuto contingente norvegese, il governo di Berlino sarebbe intenzionato ad
inviare un piccolo reparto da combattimento ( Kampfverband) in una zona rimasta
finora al di fuori della sua competenza.

La decisione di affidare l’incarico alla Germania sarebbe
stata presa in seno all’amministrazione NATO, i cui vertici sono stati
duramente attaccati per la loro inadeguatezza anche dall’ex numero uno della
Bundeswehr (l’esercito tedesco) Karl Naumann, il quale, in una conferenza
tenuta a Bruxelles, ha poi spronato il suo paese a fornire i rinforzi necessari
alla buona riuscita dell’operazione. Se il deputato dell’SPD, Rainer Arnold, si
dice sicuro che Berlino prenderà le redini del comando non appena, in luglio, i
norvegesi saranno rientrati in patria, un portavoce del ministro della Difesa
sembra tuttavia essere di parere opposto: ” Non abbiamo ancora
deciso”, frena risentito. A chiarire i termini di una questione sulla quale
ora dopo ora si infittisce il mistero, arriva il sottosegretario alla Difesa
Thomas Kossendey (CDU), il quale smentisce che la decisione dalla NATO sia
definitiva. ” E’ prematuro sostenere che la Quick Reaction Force sarà
rilevata interamente dalla Germania”, ha detto, allontanando così lo
spettro del possibile cambiamento dei fini della missione tedesca, fino adesso
limitata a compiti di ricognizione, pattugliamento e addestramento, non certo
ad operazioni dal carattere offensivo.

Proprio sul mutamento della natura e della qualità del
mandato così come previsto dal Bundestag, si concentrano ora gli interrogativi
dei politici di maggioranza e opposizione, presi alla sprovvista dalla
rivelazione dell’iniziativa fatta dall’autorevole esponente socialdemocratico
al quotidiano Neue Passauer Presse. La mente torna infatti alla grossa
discussione di qualche anno fa sull’impiego dei corpi speciali della KSK
(Kommando SpezialKräfte), militari legati ai servizi segreti impegnati nel
recupero di informazioni chiave, sul cui reale impegno è sempre calato il
segreto di Stato. Impiegati dal 2001 al 2003 nella missione Enduring Freedom
sotto il comando statunitense, sono tornati, secondo fonti giornalistiche, a
vari intervalli nel nord dell’Afghanistan nel 2005 e poi di nuovo nel 2006. La
effettiva utilità del loro compito non è però mai stata chiarita.

Così, per evitare di riaprire il dibattito sul carattere
dell’operazione, già ampiamente bocciata da circa il 70% dei Tedeschi, i membri
della Große Koalition mostrano per ora estrema prudenza. Stando tuttavia ad
alcune indiscrezioni trapelate nelle ultime ore, la formale richiesta del
segretario della NATO, Jaap De Hoop Scheffer, dovrebbe essere recapitata alla
fine di gennaio alla cancelliera Angela Merkel, chee si sarebbe detta disposta
ad approvare l’iniziativa che prevede un ulteriore impiego di 250 uomini, a
fronte dei 3.200 già di stanza nel sud. Il tutto, però, senza modificare il
mandato. E questa sarà la vera sfida.