
La Germania preferisce i combustibili fossili al nucleare

25 Giugno 2022
La Germania sta facendo pressione affinché le nazioni del G7 facciano marcia indietro sullo stop al finanziamento di progetti all’estero sui combustibili fossili entro il 2022. L’indiscrezione riportata da Bloomberg sarebbe giustificata dalla necessità di emanciparsi dal gas russo.
Questa proposta non starebbe trovando il favore del Regno Unito, l’Italia, invece, non si è ancora esposta. Mario Draghi ha recentemente dichiarato che le importazioni di gas dalla Russia sono diminuite dal 40% del 2021 al 25% attuale. Questo anche grazie agli accordi siglati con Algeria, Congo e Angola.
Crisi energetica e crisi climatica
Questo tipo di approccio potrebbe aiutare a contrastare la crisi energetica, anche se non sarebbe scontato continuare a contrastare allo stesso tempo la crisi climatica. Birol, direttore esecutivo dell’Agenzia Internazionale dell’Energia, è stato chiaro. L’Ue dovrà farsi trovare pronta nel caso in cui la Russia tagli o addirittura azzeri le forniture di gas. Cingolani ha escluso, per ora, il razionamento del gas. Eppure, questo scenario non è così improbabile con tutte i problemi che si porterebbe dietro per consumatori e imprese.
I Verdi sono un problema per l’Europa
La Germania ha fatto ripartire le centrali a carbone, escludendo categoricamente l’inversione di rotta sul nucleare destinato a essere abbandonato. L’ideologia dei Verdi, pur meno integralisti della versione italiana, continua a essere un enorme problema. Sia la crisi energetica che quella ambientale si aggraveranno per colpa di una decisione scellerata, priva di fondamenti scientifici.
Il futuro dell’Unione Europea
Mentre si può comprendere una temporanea revisione degli accordi sui combustibili fossili, l’ostilità aprioristica sul nucleare è inconcepibile. Una cosa però è certa. La leadership tedesca in Europa non è mai stata così debole priva di prospettive. Visto che Macron sarà obbligato a una serie di compromessi a causa del deludente risultato alle legislative e che il governo Draghi finirà la sua corsa tra meno di nove mesi, l’Unione Europea sembra essere sempre più un vaso di coccio tra vasi di ferro.