In Europa già attivo l’allarme energia in vista dell’inverno
22 Giugno 2022
L’ultimo allarme in termini di energia viene da Fatih Birol, direttore esecutivo dell’Agenzia internazionale dell’energia. Intervistato dal Financial Times, ha avvertito: “L’Europa dovrebbe essere pronta nel caso in cui il gas russo sia completamente tagliato fuori”. La riduzione delle forniture dei giorni scorsi è stata solo un assaggio di quanto potrebbe accadere questo inverno.
“Credo che i tagli siano volti a evitare che l’Europa riempia gli stoccaggi, e per aumentare la leva della Russia nei mesi invernali”, ha spiegato Birol. Va ricordato che l’Iea è finanziata principalmente dai Paesi Ocse ed è stata la prima organizzazione internazionale ad accusare pubblicamente la Russia di manipolare le forniture di gas all’Europa prima dell’invasione.
Il rapporto dell’Iea: l’Europa sostituisca il gas russo
Il rapporto dell’Iea, reso pubblico oggi, è chiaro: i governi europei non stanno facendo abbastanza investimenti energetici. In totale dovrebbero crescere dell’8%, arrivando fino a 2.400 miliardi di dollari. Puntare sulle rinnovabili è fondamentale, ma, al momento, risulta impossibile rinunciare anche alle centrali nucleari e a carbone. “A meno che i governi si siedano al posto di guida e mobilitino maggiori fondi per creare una transizione energetica pulita, dovremo affrontare una estrema volatilità dell’energia”, ha ammonito il direttore esecutivo dell’Iea.
Ciononostante, il ministro dell’economia e della protezione climatica tedesco, Robert Habeck, ha preferito rinunciare al nucleare e rilanciando il carbone. Una scelta insensata tanto dal punto di vista geopolitico quanto dal punto di vista ambientale. Ma questi sono i frutti dell’integralismo ambientalista, ormai lo sappiamo.
Le richieste di Bonomi sull’energia
“È importante sostenere il Governo nella proposta di un intervento di regolamentazione dei prezzi del gas a livello europeo, per contenere la forte speculazione che ha trascinato al rialzo anche il prezzo dell’energia elettrica“, ha dichiarato Carlo Bonomi, presidente di Confindustria. La pressione dell’inflazione sta stressando le imprese, che sono sempre più in difficoltà. Coerentemente con quanto auspicato da Birol, ha poi aggiunto: “Speriamo che in sede comunitaria prevalga il buon senso e la solidarietà tra gli Stati membri in momento così difficile”.
Bonomi presenta delle preoccupazioni non infondate. Nel RepowerEu, il piano della Commissione europea per la decarbonizzazione, “viene indicato in modo chiaro che la via maestra per ridurre la dipendenza energetica del Continente è accelerare sullo sviluppo di energia da fonti rinnovabili e sull’efficientamento energetico. Tuttavia – afferma il presidente di Confindustria – non possiamo non guardare con grande preoccupazione l’escalation congiunturale dei prezzi delle principali materie prime ed energia inimmaginabili solo un anno fa”. Il rischio è che le imprese non siano in grado di investire nelle tecnologie utili a ridurre l’impatto ambientale. Il tema è molto complesso, una bella gatta da pelare per il governo.