La giornata del perfetto candidato: un inferno!

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La giornata del perfetto candidato: un inferno!

20 Marzo 2008

Sintesi di questa giornata romana: un inferno. Alle 12 conferenza stampa con Carfagna, Saltamartini, Roccella e Mantovano sulle manifestazioni che il PdL ha organizzato sui temi etici. Si svolge presso il gruppo di Forza Italia. Prima, come si conviene, passo a salutare il capogruppo Elio Vito. Alle 12,45 intervento a “Nessuno TV” intervistato da Francesco Cundari. Alle 14 pranzo con consiglieri di stato, imprenditori ed economisti. Alle 17, dopo altri appuntamenti vari ed eventuali, sono a Piazza Campo dei Fiori per la manifestazione pro-Tibet.

I tempi sono strettissimi. Faccio, per questo il candidato telecomandato. Nel senso che Claudia Simoni a ogni appuntamento mi telefona e mi detta il successivo, così è sicura che non mi sperdo in qualche meandro. Sembro quello della pubblicità: “mamma, pronto mamma. Due minuti e sono lì…”.

Un momento di relativo relax arriva alla manifestazione per il Tibet. Piazza strana e divertente. Non affollata ma piena zeppa di politici di ogni risma e colore che vogliono dire almeno due parole dal palco: spesso scontate, altre volte in grado di far capire come da tante strade differenti si possa giungere allo stesso punto.

Lo spettacolo è offerto innanzi tutto dalle bandiere. Mai viste nello stesso contesto quelle dell’Ugl, del Popolo della Libertà, del Pd, della Sinistra arcobaleno e quelle del Tibet. Su questo sfondo, tradizionali uomini e donne sandwich radicali e più freschi “panini” della Lista Ferrara, i cui cartelli informano che in quel preciso momento in Cina si stanno compiendo due aborti di altrettante potenziali bambine.

Mi riprometto di non intervenire ma solo di segnalare la mia presenza ai padroni di casa (pardon, di piazza), Polito e Bordin. Ma mentre sto andando via, una ragazza cortese e carina mi chiede di fare una breve intervista a Rai News 24, per due motivi: “il primo è che siamo in regime di par condicio. Se non intervistiamo lei siamo fuori legge perché abbiamo intervistato già due dello schieramento avverso. Il secondo è che del centro-destra mi sembra l’unico in grado di arrampicarsi fino a lassù”. Mi giro e vedo una piattaforma a circa cinque metri da terra, da raggiungere arrampicandosi per una scaletta in metallo e, per di più, scavalcando una balaustra. Non sono affatto persuaso di riuscirci, ma mi dico: “la richiesta è così ingenua e presuppone una considerazione non proprio disastrosa delle mie condizioni fisiche. Non posso tirarmi indietro!”.

Debbo confessare che delle due considerazioni è stata la seconda a risultare decisiva… Mi arrampico, dunque, faccio il breve collegamento e mi prendo il gusto anche di salutare dall’alto un attonito Fabrizio Cicchitto che per caso passava sotto la postazione Rai.

La parentesi a questo punto si chiude e riprendono gli appuntamenti. L’impressione complessiva che mi deriva dalla giornata è che il tentativo di costruire un nuovo partito sarà più faticoso di quanto si poteva immaginare: serve olio di gomito e soprattutto tanta pazienza. La campagna elettorale, insomma, è più bella vista da lontano.

Diario di un
candidato