La Grecia si macchia di sangue. Venerdì il Cdm esamina il decreto-aiuti
05 Maggio 2010
E’ caos ad Atene (e Salonicco) per le proteste contro il piano di austerità varato dal governo greco del premier Giorgio Papandreou. Bombe molotov contro negozi e banche, pietre e bottiglie lanciate contro la sede del Parlamento, tafferugli, cassonetti dati alle fiamme, incendi: quella di oggi verrà ricordata come una delle più gravi giornate di guerriglia urbana nella capitale ellenica. Una giornata tragica, nel corso della quale hanno perso la vita tre persone. E mentre le immagini degli scontri davanti al parlamento di Atene fanno il giro del mondo e intimoriscono i mercati, il premier Giorgio Papandreou invoca “l’unità nazionale”. Intanto, il Governo italiano si appresta ad esaminare il decreto-legge per la salvaguardia della stabilità finanziaria dell’area euro (nel corso del Consiglio dei Ministri di venerdì).
L’intervento italiano vale 5,5 miliardi (ma la "bolletta" è destinata a salire fino a oltre 14 miliardi) e le risorse che saranno "prestate" man mano che ce ne sarà l’esigenza, non peseranno sul bilancio italiano. La riunione di governo potrebbe essere anche l’occasione per presentare l’aggiornamento delle previsioni italiane dei conti pubblici: in base al nuovo calendario previsto dalla riforma della Finanziaria è ora il momento di presentare la Ruef, la Relazione Unificata sull’Economia e la Finanza che già da qualche anno ha sostituito la vecchia "trimestrale di Cassa". Proprio oggi la commissione europea ha fornito le sue previsioni, che – soprattutto sul fronte della crescita – sono state nel passato sempre identiche a quelle stilate del Governo, anche se non sono escluse modifiche (la stima dell’Ue indica per l’Italia una crescita dello 0,8% e un adeguamento anche per il deficit, che sarebbe per quest’anno al 5,3%). Sarà però il tema Grecia il fulcro del Consiglio dei Ministri di venerdì. L’Italia farà la sua parte, così come hanno iniziato a fare gli altri Paesi chiamati in soccorso dell’incendio greco. Belgio e Olanda hanno già approvato le misure, la Francia ha ottenuto il via libera di una delle due Camere, la Germania dopo l’ok del governo punta a trasformare le norme in legge entro venerdì. Il provvedimento è già stato illustrato al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano e Tremonti la scorsa settimana ha assicurato che anche l’ opposizione è a favore delle norme.
I 5,5 miliardi non saranno stanziati tutti in una volta. Ma sarà attivato un meccanismo in base al quale, le risorse saranno fornite alla Grecia man mano che il governo di Atene farà richiesta. Per prestare i soldi ‘cash’ si farà ricorso alle disponibilità del fondo di Tesoreria. Queste risorse saranno ripristinate attraverso le emissioni dei titoli di Stato. Non ci saranno nuovi Bond per la Grecia, ma – sempre in base al "tiraggio" di Atene – saranno aumentati gli ammontari delle emissioni già previste nei prossimi mesi, senza cambiare il calendario già prefissato. In pratica è come se la Grecia avesse un "conto" dal quale poter prelevare fino ad un certo importo, che ovviamente dovrà poi restituire ad un tasso del 5%. In questo modo l’Italia si garantisce la massima elasticità nelle emissioni e, se le remunerazioni dei titoli rimangono al livello attuale, quando i soldi verranno restituiti con interessi del 5%, potrebbe anche ottenere un risultato positivo.
La Grecia, è in ginocchio. In una drammatica dichiarazione (con la borsa che ha subito una nuova forte flessione di quasi il 4%) Papoulias ha affermato che il paese “è sull’orlo dell’abisso”, avvertendo come senza la necessaria responsabilità e unità il paese rischi di fare l’ultimo “passo verso il vuoto”. Ha rinnovato l’invito a un vertice di tutti i partiti, rifiutato nei giorni scorsi dalle altre forze politiche. Antonis Samaras leader del principale partito di opposizione, Nuova Democrazia (ND, centrodestra) si è però ora mostrato aperto alla proposta. Papandreou ha sottolineato che “le morti ingiuste” di oggi sono la conseguenza della “violenza incontrollata e dell’irresponsabilità politica”. Un’affermazione che è suonata da una parte come il tentativo di mettere sotto accusa la sinistra radicale, principale critica della sua linea e dall’altra come l’intenzione del premier di continuare a cercare a tutti i costi un’intesa con ND. Intesa resa impossibile fino ad ora dall’esigenza di creare una Commissione d’inchiesta sulle responsabilità politiche della crisi, che colpirebbe inevitabilmente l’ex premier Costas Karamanlis già leader di ND.
E mentre ad Atene il caos della protesta costava la vita a 3 persone, a Berlino la cancelliera Angela Merkel (Cdu) ha indossato il colore della speranza per illustrare al Bundestag il piano salva-Grecia, che prevede per la Germania un impegno di 22,4 miliardi di euro nel triennio 2010-1012 (8,4 quest’anno). E, da Bruxelles, il commissario Ue agli Affari Economici e Monetari Olli Rehn, faceva sapere che gli aiuti alla Grecia potrebbero proseguire anche nel 2013, preoccupato che "un falò si trasformi in un incendio in Europa". La leader conservatrice tedesca ha cercato di convincere i deputati tedeschi che venerdì voteranno il disegno di legge per la partecipazione del Paese al piano di salvataggio perché in gioco c’è il futuro di tutta l’Unione europea e dell’euro, non solo quello della Grecia. Un’Europa, ha sottolineato, che in questo momento si trova davanti "a un bivio. Se interveniamo, proteggiamo anche la nostra moneta", ha proseguito, osservando che bisogna evitare una reazione a catena nei mercati valutari e tra gli altri partner di Eurolandia. Solo se il piano di salvataggio avrà successo, ha aggiunto, "i mercati dei capitali riacquisteranno la fiducia". La Merkel, che si prepara ad affrontare un importante test elettorale nel Nord Reno-Westfalia, ha insistito sulle riforme, a partire dal quella del Patto di Stabilità. In particolare, per evitare crisi future, ha detto, bisognerà anche considerare la possibilità di sospendere il diritto di voto di quei paesi euro che non dovessero rispettare i propri obblighi di bilancio. E durante il suo intervento, la Merkel ha respinto anche le critiche di chi – come il presidente francese Nicolas Sarkozy – l’accusa di essere stata troppo prudente sugli aiuti alla Grecia: "Un buon europeo non necessariamente aiuta rapidamente", ha detto, ma "aiuta in modo che la zona dell’euro non venga danneggiata".
Nella capitale ellenica la cronaca della giornata fa registrare tre morti per asfissia – due donne, di cui una incinta, e un uomo – e quattro intossicati. Le tre vittime sono morte in un incendio appiccato da bombe molotov lanciate all’interno della Marfin Einaxha Bank di Andreas Vgenopoulos – l’imprenditore greco, simbolo dell’antipolitica, già proprietario della Olympic Airlines e azionista di maggioranza del Panathinaikos Fc, una delle squadre di calcio di Atene – nella centralissima Via Stadiou, ad Atene. La banca è stata attaccata dai dimostranti perché all’interno, nonostante lo sciopero generale e il passaggio del corteo, questa mattina si lavorava normalmente, come se niente fosse. L’incidente è avvenuto durante le manifestazioni di piazza organizzate dai sindacati del settore pubblico e privato nel quadro dello sciopero generale proclamato per protestare contro il draconiano piano di risanamento deciso dal governo per salvare il paese dalla bancarotta. Durante le proteste, sono stati dati alle fiamme anche un edificio della provincia e uno delle imposte.
La manifestazione era partita pacificamente con un folto corteo di persone e decine di striscioni, alcuni dei quali recitavano così: "Soldi per l’occupazione e non alle banche"; "Basta con le prese in giro, la crisi la paghino i plutocrati"; "Lavoro fisso per tutti, giù le mani dalla previdenza sociale".
A Salonicco, seconda città greca ed importante centro economico nel nord del paese, giovani manifestanti hanno lanciato pietre contro negozi e agenzie bancarie del centro, in una manifestazione che ha riunito 20.000 persone. La polizia ha disperso la protesta con il lancio di lacrimogeni.
Le numerose manifestazioni di protesta e lo sciopero generale stanno paralizzando il paese. La Grecia è in ginocchio.