La Kirchner ricordi di essere in democrazia anche grazie alla Thatcher

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La Kirchner ricordi di essere in democrazia anche grazie alla Thatcher

12 Maggio 2012

Trent’anni fa il Regno Unito sconfiggeva l’Argentina nella guerra delle Falkland. Ultimamente se n’è riparlato a causa di spot propagandistico del governo argentino che, in vista delle olimpiadi di Londra, rivendica la sovranità sulle isole. Il trentennale della guerra dovrebbe meritare attenzione più per l’apertura di alcuni archivi che per il vetero-nazionalismo della Kirchner. Alcuni documenti ora disponibili mostrano come questo conflitto marginale abbia rotto i classici schemi della Guerra Fredda.

Il giornale brasiliano O Globo, dopo aver visto le carte desecretate da Brasilia, ha scritto che i sovietici, attraverso la mediazione di Cuba, Brasile e Libia, hanno fornito aiuti militari all’Argentina. L’Argentina e il Brasile erano due dittature militari fortemente anti-comuniste. La junta argentina era quella che aveva aiutato gli americani nelle operazioni contro la ‘minaccia comunista’ in America Centrale e che aveva scatenato la Guerra Sporca contro i dissidenti provocando 30 mila vittime. Tutto ciò non ha impedito ai sovietici di offrire appoggio militare ai colonnelli argentini sin dall’inizio del conflitto. Cosa ancor più sorprendente è la mediazione di Cuba, faro della revoluciòn in America Latina. Appena una settimana dopo l’invasione delle isole, Fidel Castro mandò segretamente un diplomatico a Buenos Aires, il quale aveva il compito di comunicare al presidente Galtieri l’offerta cubano-sovietica di equipaggiamenti, armi ed intelligence. Da quel momento cominciò una fornitura clandestina di armi sovietiche che partirono da Cuba e dalla Libia di Gheddafi e arrivavarono in Argentina attraverso il Brasile. Il flusso raggiunse la media di due voli giornalieri.

Dai cable americani emerge invece la preoccupazione del Dipartimento di Stato per le sorti degli inglesi: “L’efficacia della flotta, lontano dalle sue basi di manutenzione, si deteriorerà rapidamente dopo l’arrivo sull’obiettivo. La leadership danneggiata [della Thatcher] non potrebbe sopravvivere a un futile ‘viaggio verso il nulla’”. Ma i tentativi di dissuasione degli americani si scontrarono con la determinazione di Margaret Thatcher volta a rivendicare la sovranità britannica sulle isole e a far rispettare il Diritto internazionale. Messi di fronte al bivio tra lo scomodo alleato argentino e la special relationship atlantica, gli americani, pur rimanendo formalmente neutrali, appoggiarono sin dall’inizio l’Inghilterra. In una nota del 1 aprile, poco prima dell’invasione argentina, Reagan scrisse alla Tahtcher: “Voglio che sappiate che apprezziamo la vostra cooperazione sulle sfide che affrontiamo insieme in diverse parti del mondo. Faremo il possibile per aiutarvi”.

Quando la posizione americana apparve evidente, gli argentini cercarono altri appoggi. Il 31 maggio il presidente Galtieri incontrò l’ambasciatore russo Striganov che gli propose un vero e proprio patto militare. Gli argentini presero in considerazione la possibilità di una internazionalizzazione della guerra, ma le condizioni poste dai sovietici – nessuna delle quali riguardava i diritti politici dei dissidenti argentini – vennero ritenute troppo onerose. Galtieri si limitò a ritirare l’appoggio agli Usa in America Centrale ottenendo ulteriori aiuti di intelligence ed economici attraverso l’esportazione di grano ai sovietici. Ci furono anche altri contatti con il principale alleato dei sovietici nelle Americhe: il ministro degli Esteri Costa Mendez, fiero nazionalista, anti-comunista e da sempre nemico della rivoluzione castrista, volò a Cuba per chiedere l’aiuto dei paesi non allineati. Le cronache raccontano di un Fidel Castro che accoglie calorosamente il ministro argentino, gli apre la portiera della macchina e lo abbraccia. Fu così che l’occupazione delle Falkland e una guerra pervicacemente voluta dalla dittatura argentina divennero ‘un’aggressione Anglo-americana’. Cuba si dichiarò disposta, questa volta non più segretamente, a ‘fornire all’Argentina tutti gli aiuti necessari in un momento decisivo della sua storia’.

Tra la Thatcher e Galtieri, l’Urss e Cuba non ebbero dubbi a schierarsi col secondo. All’improvviso nessuno ricordava più la repressione dei sindacati, degli studenti, i desaparecidos, i vuelos de la muerte. Un po’ come la posizione del Pci in Italia: si scagliò contro l’embargo europeo all’Argentina e dichiarò una neutralità che di fatto equiparava aggrediti e aggressori, democrazia e dittatura militare. I comunisti italiani non trovavano differenze tra la Lady di Ferro e i generali, tra i liberisti e i torturatori.

Per fortuna vinsero gli ‘imperialisti inglesi’: la dittatura argentina crollò sotto il peso delle sue bugie e dei suoi crimini. Galtieri si dimise poco dopo la disfatta e l’anno successivo si tennero le prime elezioni democratiche dopo dieci anni. Prima di promuovere spot nazionalisti e provocatori, la Kirchner dovrebbe ricordare che se ora è presidente di una seppur fragile democrazia, è anche merito degli inglesi e della Thatcher.