La legge Zan, i buoni e i cattivi

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La legge Zan, i buoni e i cattivi

La legge Zan, i buoni e i cattivi

20 Aprile 2021

Ma perché tutti i media, con rare eccezioni, sono così solerti nell’accreditare i più desolanti luoghi comuni sulla legge Zan? Perché si insiste a mettere i buoni da una parte e i cattivi nell’altra, come un maestro bigotto dell’Ottocento, e a bacchettare con supponente aggressività i cosiddetti cattivi, cioè coloro a cui quella legge non piace?

Si sa che la superficialità o l’appartenenza politica spingono spesso qualche giornalista a fornire informazioni scorrette e partigiane, ma è stupefacente che nella trappola della semplificazione ideologica cadano anche persone colte come Francesco Merlo, che si è scagliato più volte contro Carlo Giovanardi, dandogli dell’energumeno e del vigliacco. Vigliacchi sono, secondo Merlo, tutti quelli che combattono la proposta Zan (che mi rifiuto di definire “contro l’omofobia”, dato che serve a tutt’altro). La vigliaccheria consisterebbe nello spostare l’attenzione sul reato d’opinione, mentre no, non è così.

Hanno torto Marcello Pera e gli altri professori universitari di matrice liberale che hanno firmato l’appello contro la proposta di legge: non si tratta di reati d’opinione. Vero: adesso si definiscono “crimini d’odio”. E’ fantastico come sia sufficiente un semplice cambiamento lessicale per fingere che sia cambiata la sostanza delle cose. Ma una rosa, se la chiami in altro modo avrà sempre il suo profumo, e un reato d’opinione, se lo chiami reato d’odio, limiterà sempre la libertà di espressione dei cittadini, e non, come è giusto, i comportamenti aggressivi.

Per non parlare del punto forse più controverso e pericoloso della legge, quello sull’identità di genere, che apre le porte al “self-id”, cioè alla possibilità di registrarsi all’anagrafe come femmina o maschio aldilà della realtà del proprio corpo sessuato, esclusivamente in base all’autopercezione.

Non si tratta di pericoli inventati e di previsioni fosche, ma di fatti già ampiamente avvenuti nei paesi in cui l’identità di genere è accettata. Ne potremmo citare a decine: per esempio la crisi degli sport femminili, dove persone che si dichiarano donne, ma mantengono un corpo maschile, vincono con facilità; o, come è appena accaduto in California, la corsa ad entrare nelle carceri femminili da parte di maschi che improvvisamente si percepiscono come donne; o ancora la denuncia che ha colpito un’esponente femminista per aver detto che soltanto le donne partoriscono.

E’ per questo che le femministe sono in allarme, e lottano contro la proposta Zan, come fa anche Arcilesbica e come fanno alcune note figure del mondo Lgbt. Ma di questo non si parla, perché sulla legge Zan non ci sono sfumature: di qua i cattivi, come Giovanardi, e di là i buoni. Viene in mente il delizioso “Elogio di Franti”, scritto molti anni fa da Umberto Eco. Franti è, nel libro Cuore, lo scolaro cattivo per eccellenza,”tosto e tristo”, isolato e additato da tutti come mostro. In questo gioco di criminalizzazione, in cui tutti coloro che esprimono riserve sulla legge Zan sono “vigliacchi”, non possiamo che stare dalla parte di Giovanardi, “l’energumeno”.