La lotta di potere tra Zuma e Malema travolge l’intelligence sudafricana
15 Settembre 2011
L’attenzione degli osservatori internazionali negli ultimi mesi si è concentrata – e a ben donde – sulla parte settentrionale del Continente Nero, attraversata com’è da rivoluzioni, deposizioni di anziani leader e conseguenti battute di caccia occidentali ai migliori posizionamenti nelle zone più ricche di fonti energetiche.
Agli antipodi, in quel Sudafrica presieduto dal pittoresco Jacob Zuma (cinque mogli e qualche decina di figli a carico) la battaglia politica ha raggiunto i vertici dei servizi segreti, col ministro della sicurezza Siyabonga Cwele che ha licenziato in tronco Jeff Maqetuka, Gibson Njenje e Moe Shaik, alla guida dei vari rami degli uffici spionistici. Un intervento col machete, frutto della guerra che sta mettendo a soqquadro i ranghi del partito di governo, l’African National Congress.
I tre 007 si sarebbero macchiati di una gravissima colpa: contestare gli ordini di Cwele, che pretendeva protezione accurata per la moglie Sheryl, già condannata a dodici anni di galera per traffico di droga. Questo episodio tragicomico altro non sarebbe che il culmine di una tempesta che fa tremare le stanze dell’intelligence sudafricana per motivi strettamente legati agli equilibri di potere nei palazzi governativi. Il carisma di Zuma è da tempo messo in discussione dal capo dei giovani dell’ ANC, Julius Malema, che sembra aumentare i propri consensi nella base e cerca la forza per marciare verso la rottamazione del presidente in carica.
Ricordiamo come sovente anche in Sudafrica i regolamenti di conti avvengano attraverso il vetusto meccanismo delle reciproche accuse di corruzione, quando non con scandali montati ad arte, o quantomeno, corroborati da sapienti mani interessate. Nel luglio scorso il generale Bheki Cele, capo della polizia, e ovviamente membro dell’African National Congress, è a sua volta finito nel mirino per aver affittato due sedi delle forze dell’ordine non proprio a prezzo di mercato. Il beneficiario, manco a dirlo, era un buon amico di Jacob Zuma.