La Madonna come una drag queen: è bufera sul manifesto del gay pride
16 Giugno 2017
Una drag queen travestita da Madonna. E’ questa la creatività oltremodo provocatoria della locandina che promuove il “Perugia pride village”, un evento organizzato dall’associazione Omphalos Arcigay e Arcilesbica per celebrare nel capoluogo umbro, dal 23 al 25 giugno prossimi, la giornata mondiale dell’orgoglio Lgbt.
Qualcuno la chiama “libertà di espressione” ma questa è, semplicemente, “blasfemia”. Se ne è accorta persino l’amministrazione comunale che già lo scorso anno aveva concesso all’evento il patrocinio e un riconoscimento economico di 6 mila euro per il noleggio di servizi di facchinaggio, accertato – si legge nella delibera del 18 maggio 2016 – che avrebbe attratto “l’interesse dei cittadini e dei turisti sui temi dei diritti civili e dell’integrazione sociale con un sicuro ritorno turistico e di immagine per la città”.
Un comunicato della Giunta presieduta dal sindaco Andrea Romizi conferma di aver riconosciuto anche quest’anno il patrocinio all’iniziativa (non è ancora dato sapere quanto) e riferisce di aver appreso “con dispiacere la diffusione di una locandina non rientrante nel materiale di comunicazione oggetto del patrocinio” invitando gli organizzatori a rimuovere l’immagine e a ripristinare il clima di dialogo”. Troppo tardi: i manifesti hanno invaso le vie e le piazze della città, comprese quelle virtuali e difficilmente gestibili dei social network.
#noilavevamodetto è l’hastag lanciato dal consigliere Sergio De Vincenzi che punta il dito contro il sindaco Romizi per non aver condiviso la scelta di sostenere anche quest’anno il “Perugia pride”. “Il nostro Comune – lamenta De Vincenzi – subisce un ricatto politico solo perché all’interno della Giunta c’è chi teme di essere accusato strumentalmente di intolleranza e di omofobia”.