La nomina di Viesti alla Fiera del Levante preoccupa il centrodestra

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

La nomina di Viesti alla Fiera del Levante preoccupa il centrodestra

24 Febbraio 2011

È durata 48 ore la sospensione della nomina di Gianfranco Viesti a nuovo presidente della Fiera del Levante di Bari. Ascoltati i chiarimenti richiesti, infatti, le commissioni regionali relative agli Affari generali e allo Sviluppo economico, che si sono riunite in seduta congiunta, hanno dato parere favorevole alla nomina di Viesti a presidente della Fiera del Levante. Per la ratifica definitiva, adesso, la palla passa al Consiglio regionale.

Soltanto due giorni fa questo parere era stato rinviato, su apposita richiesta del centrodestra, per evitare quello che si considerava un colpo di mano del centrosinistra e attendere l’audizione dell’assessore allo Sviluppo economico Loredana Capone. In quella occasione, il capogruppo del Pdl Rocco Palese aveva parlato, appunto, di "blitz del centrosinistra sventato" visto che, a detta dell’esponente pidiellino, la maggioranza avrebbe tentato di spingere sull’acceleratore per portare il provvedimento in Consiglio già nella seduta di martedì scorso.

Nelle commissioni, il centrodestra si è astenuto sulla nomina di Viesti, mentre al termine della riunione i capigruppo dei partiti di centrosinistra hanno commentato la vicenda affermando che "da parte della maggioranza non vi era alcun intento di procedere a una nomina così importante per la Puglia con un blitz". Ma nel centrodestra la pensano diversamente, e non soltanto sulle modalità celeri dell’incarico.

Forte l’attacco alla nomina di Viesti da parte del consigliere regionale del Pdl Nino Marmo che, tra l’altro, è anche vice presidente del Consiglio regionale. Intervenendo in Commissione sulla proposta di ratifica dell’incarico a Viesti ha evidenziato, infatti, elementi "che ne dimostrano l’inadeguatezza e forse anche l’illegittimità".

"Viesti – ha attaccato Marmo – ha rivestito con il governo regionale di Vendola le presidenze di Finpuglia prima e di Arti poi. A Finpuglia, in appena 7 mesi, ha lasciato un deficit molto superiore a quello accumulato dal suo predecessore. In compenso, si è illustrato per il conferimento di onerose consulenze, tra cui quella all’associazione barese "Città Plurale" del professore Dino Borri, finalizzata a studi già ampiamente effettuati da altri organi, come la Provincia di Lecce. All’Arti ha ulteriormente affinato la sua spiccata attitudine nell’assegnazione di incarichi e consulenze, molte delle quali assegnate in maniera del tutto discrezionale".

L’esponente del partito di Berlusconi mostra al centrosinistra i dati degli incarichi affidati da Viesti, numeri piuttosto impressionanti: "In tre anni gli incarichi di consulenza – sottolinea Marmo – sono stati ben 292, per un costo complessivo a carico dell’ente di 2 milioni 415 mila 585 euro, rivelandosi così uno dei più fedeli ingranaggi di quell’acquisizione drogata del consenso, attraverso la commistione sistematica tra consulenze, incarichi regionali e "Fabbriche di Nichi" che ha recentemente documentato il sociologo di sinistra Onofrio Romano".

In più, la stoccata finale relativa alla legittimità della nomina: "è bene ricordare – conclude Marmo – che essa è giuridicamente incompatibile con un incarico di insegnamento a tempo pieno all’Università".

Anche Salvatore Greco, coordinatore regionale della Puglia prima di tutto, ha precisato che il quadro emerso dall’audizione sulla Fiera "è a dir poco inquietante e ora capiamo perché è stata ritardata la privatizzazione: era più utile avere un carrozzone pubblico da gravare di debiti e su cui spendere 25 milioni di euro soltanto per costruire un padiglione, mentre tutto intorno non è ben chiaro neppure che cosa ci sia".

Allarmato resta infine il capogruppo del Pdl Palese: "le perdite fino a 4,7 milioni di euro vengono definite "la sommatoria di una serie di elementi di natura strutturale e organizzativa", il che significa che non diminuiranno. E poi non ci hanno spiegato da cosa deriva il fatto che da un anno all’altro le perdite aumentano e diminuiscono di milioni di euro".