La primavera della Merkel è nera che più nera non si può

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La primavera della Merkel è nera che più nera non si può

La primavera della Merkel è nera che più nera non si può

17 Giugno 2010

Tempi duri per la Cancelliera Angela Merkel: da quando è scoppiato il caso Grecia i guai, per lei, non sono mai finiti. Prima è stata a lungo criticata per l’incertezza con cui ha gestito gli aiuti ad Atene: all’inizio rigidamente contraria, poi improvvisamente favorevole. Risultato: i tedeschi non hanno capito quale fosse la posizione del Governo. Poi la sconfitta nelle elezioni politiche regionali nel Nord Reno Westfalia dove la CDU ha perso circa il dieci per cento dei consensi. Poi ancora le dimissioni di Roland Koch da Presidente della Regione dell’Assia e da Vice-Merkel nella CDU e quelle, assolutamente inusuali, del Presidente della Repubblica Horst Köhler, il presidente scelto ed eletto dall’asse Merkel-Westerwelle.

Dopo la scelta del candidato del centrodestra per la Presidenza della Repubblica, il Presidente della Bassa Sassonia Christian Wulff, tutto sembrava tornare sotto controllo e la compattezza tra cristiano-democratici e liberali era tornata quella di un tempo. Un po’ a sorpresa, però, i socialdemocratici tedeschi proponevano come loro candidato alla presidenza Joachim Gauck, pastore protestante, dell’ex Germania dell’Est, storico oppositore al regime comunista nella Repubblica Democratica Tedesca, popolarissimo ed amatissimo in Germania. Un candidato che ha subito riscontrato consensi anche a destra e che ha, in parte, scalfito la ritrovata sintonia della coalizione di governo. Per sapere come andrà a finire bisognerà aspettare in ogni caso il 30 giugno, anche se Wulff sembra continuare ad avere la maggioranza dei voti nell’assemblea riunita che voterà il nuovo presidente.

Nel frattempo però la Merkel ed il governo tedesco devono confrontarsi con una calo di popolarità senza precedenti. Già un paio di settimane fa un sondaggio della rete nazionale tedesca aveva evidenziato una netto calo, ma una nuova rilevazione ha fatto scattare l’allarme rosso. Dagli ultimi dati, infatti, si evince come ben l’86% dei tedeschi è poco (46%) o del tutto (40%) insoddisfatto del governo e solo il 12% si ritiene soddisfatto. Un altro dato allarmante viene dal gradimento di Merkel e del suo vice Westerwelle. La Cancelliera è al 40% (meno 8 rispetto a marzo) e Westerwelle addirittura al 20 (meno 4 rispetto al marzo scorso). Ma non è finita qui. Il dato che, forse, è il più preoccupante di tutti è quello relativo alla coalizione di governo. Per il 72% dei tedeschi i liberali e i cristiano-democratici non sono più in grado governare insieme ed addirittura il 47% per cento si augura quanto prima elezioni anticipate. Si spiega anche così l’enorme calo di consensi dei liberali che, dopo l’ottimo risultato conseguito meno di un anno fa, sono oggi stimati ad appena il 5 per cento. A questo punto, la partita politica decisiva, sia all’interno del centrodestra sia rispetto alla socialdemocrazia, si gioca il 30 giugno quando sapremo il nome del nuovo presidente della Repubblica federale tedesca.