La provincia di Messina sotto il fango. Mancano acqua, luce e viveri

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

La provincia di Messina sotto il fango. Mancano acqua, luce e viveri

02 Ottobre 2009

“Mancano acqua, luce e viveri. Non sappiamo quante persone sono ancora sotto le macerie. C’è fango dappertutto che è arrivato al primo piano delle palazzine, anche per questo è difficile entrare nella abitazioni per cercare di salvare le persone rimaste intrappolate tra le mura domestiche”. Sono le parole di un ragazzo, una delle tante testimonianze pregne di paura dei cittadini e abitanti della zona colpita stanotte da una pioggia torrenziale, in Sicilia. A pagarne le conseguenze soprattutto i centri di Gianpilieri, Molino e Scaletta Zanclea: 250 i mm caduti, che hanno staccato un costone e porzioni di colline nei piccoli centri del litorale Ionico in provincia di Messina.

Gente normale, medici condotti dei paesi, scampati alla tragedia, che si sono organizzati in gruppi di amici e conoscenti, per dare una mano ai soccorsi ufficiali: i Vigili del fuoco, “almeno 500” conferma il capo della Protezione civile Guido Bertolaso, giunto a Messina, nel corso di una conferenza stampa in Prefettura, divisi in squadre da tutte le province siciliane, calabresi (fino a Crotone), più i rinforzi in arrivo da Napoli e Roma e poi le unità della protezione civile regionale e quelle cinofile, i cani che stanno scavando per cercare la vita dove è stata seminata la morte: 18 le vittime, per ultimo è stato ritrovato un cadavere a Scaletta Zanclea, almeno 40 i feriti e incalcolabile, appunto, il numero dei dispersi – anche se gli ultimi dati parlano di 35–  ma non è facile certificare le cifre.

Molte auto e, si ipotizza, persone potrebbero essere finite addirittura in mare, vista la vicinanza con la costa di queste frazioni collinari, sgretolate come carte da gioco sistemate a castello, una dietro l’altra in mezzo ai detriti, che altro non sono se non frammenti di case cadute su altre che si trovavano più in basso, durante il crollo dei dorsi collinari. Gommoni della Guardia Costiera hanno salvato 50 persone, prelevate dalle spiagge e trasportate al porto di Messina e poi negli ospedali.

“Due piani del palazzo dove vivevo hanno completamente ceduto e sono spariti”. E’ il racconto, frammentario, di un’altra delle sopravvissute al disastro. La donna, che abitava al terzo piano di uno stabile a Scaletta, non riesce a rendersi conto di cosa sia successo. 700 gli sfollati: il sindaco di Messina, Giuseppe Buzzanca, sta monitorando il numero dei posti disponibili negli hotel in città, per capire a quanti si può dare rifugio questa notte, mentre per altre famiglie si sta predisponendo l’accoglienza necessaria dentro il Pala Gravitelli, una palestra di pallamano in un quartiere della parte altra del centro di Messina. Negli ospedali del capoluogo si lavora senza interruzione e tutti i medici, compresi quelli liberi dai turni, sono stati richiamati nei nosocomi.

Sempre il primo cittadino di Messina, questa mattina, in un appello a “Sky Tg 24” aveva evidenziato l’emergenza: “Abbiamo davvero bisogno d’aiuto per i soccorsi. Servono medici, personale sanitario e volontari”. E nemmeno il tempo aiuta, da qualche ora ha smesso di piovere, ma ancora piogge sono previste nelle prossime ore. “Una ragnatela di cavi elettrici non segnalati crea altri problemi e l’atterraggio degli elicotteri risulta difficile – spiega ancora Bertolaso – oltre la carenza di aree di decollo e, appunto atterraggio, che gli elicotteristi stanno valutando in questi minuti: il Comune di Messina ne segnala solo 2”.

Un primo bilancio della situazione lo traccia l’ingegnere Mario Arrigo, responsabile delle emergenze della Protezione civile regionale. “I disagi più gravi – sottolinea – si riscontrano nella zona compresa tra Giampilieri, Scaletta Zanclea e Messina Sud. Fino ad ora abbiamo contato venti edifici crollati. In questo momento registriamo sei vittime a Giampilieri superiore e otto vittime a Scaletta Zanclea (dati delle 14.30 ndt.). Ma sono numeri che, purtroppo, potrebbero aumentare. “La macchina regionale dei soccorsi – aggiunge l’ingegnere Arrigo – è in piena attività. Da Messina sono partiti 25 mezzi, 120 volontari e gli uomini e le donne che fanno capo a 31 associazioni. Da Catania sono giunti, sempre alla volta di Giampilieri e Scaletta Zanclea, 13 mezzi, 40 volontari, uomini e donne di 11 associazioni e 4 unità cinofile. Da Palermo, 8 mezzi, uomini e donne di 6 associazioni e 24 volontari. Tutti i mezzi inviati dalla Protezione civile nei luoghi colpiti dal nubifragio sono dotati di tende, coperte, brande e cucine da campo”.     

Nelle attività di soccorso e assistenza alla popolazioni colpita dal nubifragio sono impegnati anche mezzi della Fiamme Gialle. La Guardia di Finanza sta effettuando controlli antisciacallaggio. Nel corso nella notte e della mattinata odierna, centinaia di persone evacuate sono state fatte salire per le prime cure a bordo di un Pattugliatore d’Altura della GdF che in queste ore staziona nelle acque al largo di Capo Scaletta. Altre unità navali delle Fiamme Gialle stanno invece trasportando gli evacuati. Una nave delle Ferrovie dello Stato (Rfi) sta raggiungendo Catania per prelevare i passeggeri che devono continuare il loro viaggio oltre lo Stretto e portare coloro che devono recarsi a Catania. Le due città sono isolate. Tentativi sono stati fatti per riattivare la linea ferroviaria ma, al momento, tutto rimane bloccato. Tre le vittime già identificate, tra le quali la postina del paese, Agnese Falgetano, 44 anni, che era conosciutissima nel circondario e una ragazza di 30 anni, Ketty De Francesco, che non ce l’ha fatta: trasportata in ospedale è deceduta qualche minuto dopo. Roberto Carullo, soprintendente della Polizia Ferroviaria, è il terzo morto riconosciuto. Potrebbero esserci anche bambini tra le vittime del disastro.

In quest’orrore di fango c’è spazio per la speranza, forse quella risorsa che consente di continuare nei soccorsi, che, come ricorda Bertolaso, sono iniziati già nelle prime ore della notte (“Eravamo in allerta meteo, il primo gommone della Guardia Costiera è giunto in zona alle 2” ), un bambino di due anni è stato ritrovato vivo e in salute in mezzo alle onde di fango che correvano come un fiume dalla montagna, dentro il letto formatosi tra le viuzze strette di Briga, un’altra frazione, in mezzo a una palazzina che guarda di fronte l’altra.

Il Consiglio dei ministri ha già annunciato lo stato di calamità, mentre Bertolaso martedì alle 17 riferirà in Senato. In città è giunto il ministro all’Ambiente, Stefania Prestigiacomo. Il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, che oggi si trovava a Catania, domattina riunirà la giunta di governo e questa sera raggiungerà i piccoli centro del messinese per constatare di persona l’entità dei danni e visitare i feriti e le famiglie rimaste senza casa. “I danni – riferiscono da Palazzo d’Orleans – sono di incalcolabile portata e la vulnerabilità idrogeologica dei territori di Messina e provincia, e non solo, va affrontata con misure di prevenzione al fine di  impedire il ripetersi di disastri analoghi”.

“Siamo qui da stamattina e stiamo lavorando per fronteggiare questa nuova, gravissima emergenza provocata dalle piogge. Lavoriamo in collaborazione con gli uomini delle forze dell’ordine, dell’esercito e, naturalmente, con la Protezione civile nazionale che, in seguito alla dichiarazione di emergenza, ha assunto il comando delle operazioni di soccorso”. Lo dichiara l’assessore regionale alla Presidenza, Gaetano Armao, che da stamattina si trova nell’area del disastro. Armao, che ha preso parte alla conferenza stampa con Guido Bertolaso, spiega che lo scenario che si presenta sotto gli occhi dei soccorritori cambia di ora in ora.

Continuano ad affluire anche mezzi di soccorso da altre città d’Italia: da Pisa, è partito un C-130 con nove unità dei vigili del fuoco, due unità cinofile specializzate nella ricerca di persone. E’ stato aperto un conto corrente per aiutare le popolazioni colpite, si può contribuire con un versamento sul c.c. iban it 91y0102016598000300034781; c.c.p. n. 1406398 – intestato al Comune di Messina – Servizio Tesoreria – specificando la casuale: “pro-alluvionati”.

Una tragedia annunciata? Un cittadino di Gianpilieri ha scritto al quotidiano “La Repubblica” allegando delle foto dell’alluvione del 25 ottobre del 2007. “Già all’epoca – racconta il lettore – si parlò di disastro annunciato, ma per fortuna non vi furono vittime come invece in questo caso. Disastro annunciato perché la situazione morfologica di quelle colline e la speculazione edilizia degli ultimi 20 anni hanno reso la zona drammaticamente simile a quelle già teatro di tragedie in Campania nel recente passato e perché nonostante dell’ottobre 2007, la Regione non ha predisposto nulla affinché si mettessero in sicurezza le aree più a rischio. Anzi, quelle belle colline di macchia mediterranea che scivolano dolcemente verso il mare dello Stretto e che costituivano l’inizio della catena montuosa dei Nebrodi, sono state oggetto, proprio in questi due anni, dell’ennesima cementificazione selvaggia. Ovviamente, ogni estate da che mi ricordo, gli incendi facevano il resto. Che amarezza…”.

Per mettere in sicurezza le zone a rischio di dissesto idrogeologico l’assessorato regionale al Territorio ha messo a punto e completato l’intera mappatura della Sicilia sia nelle zone interne che costiere. Fin dal 1998 sulla provincia di Messina, colpita dalle ultime alluvioni, sono stati spesi per sistemazioni idrauliche e dissesto idrogeologico oltre 200 milioni di euro, con fondi statali ed europei  gestiti dalla Regione. Di questi fondi al Comune di Messina sono andati 15 milioni di euro. Inoltre il Ministero dell’Ambiente di concerto con l’assessorato ha destinato altri 9 milioni di euro a Messina e 2 milioni e 700mila euro a Scaletta. I piani di assetto idrogeologico della Sicilia sono stati tutti completati e sono in corso le revisioni delle singole aree sulla base di segnalazioni degli enti locali e soprattutto degli eventi quotidiani. Per il biennio 2009/2010 sono disponibili per l’intera regione poco meno di 50 milioni di euro. Il Comune di Messina ha già richiesto oltre 22 interventi e 5 per Scaletta Zanclea. E’ in corso di redazione  l’elenco delle zone per l‘attribuzione dei finanziamenti e l’avvio dei lavori per la messa in sicurezza.