La retorica da “supergiovane” di Pierferdy Casini ha proprio stufato
08 Dicembre 2010
di Luca Negri
Pierferdinando Casini è un uomo concupito da destra e da sinistra. D’Alema, Fini e Berlusconi gli fanno il filo e solo Bossi non cade vittima del suo fascino. Non per nulla la mitica imitazione fatta da Neri Marcorè era tutta giocata sull’ammiccante promessa dell’incontro promiscuo nel seducente “grande centro”. C’è poco da fare, la sua zattera dorotea approdata nelle acque agitate della Seconda Repubblica è il vero centro di gravità permanente del bipartitismo imperfetto all’italiana. E lui fa sospirare tutti e sognare, non si compromette con nessuno ma promette un po’ ad ognuno.
Un anno fa propose per primo la grande alleanza, il nuovo Comitato di Liberazione Nazionale per liberare l’Italia da Berlusconi. Vero che nei mesi seguenti è stato superato (a sinistra? a destra? Non si capisce più nulla…) da Fini, ma è comunque pronto a tutto. Anche ad un governo in combutta con il Cavaliere. Ma ad una condizione. Una nuova condizione, o forse nuovista anche se non proprio originale.
"Troviamo un giovane assieme, lo indichi Berlusconi e diamo finalmente a questo Paese un governo più giovane", ha dichiarato durante un seminario al Policlinico Gemelli. Insomma, “facciamo una bella intesa e un bel governo con giovani bravi e volenterosi": l’esercito del surf, quello della canzone cantata dalla Spaak nei mitici anni Sessanta.
In effetti la polemica con l’attuale presidente del Consiglio era stata ultimamente di tipo più che altro anagrafico. Se il Cavaliere aveva detto che il trio Fini-Casini-Rutelli è roba da vecchi, il leader dell’Udc ha risposto per le rime: “Se siamo vecchi noi, ed è vero, lui è catacombale". A parte i piccoli litigi e capricci fra prime donne della politica (e i loro classico abbassarsi un po’ l’età), diciamo una volta per tutte che questa retorica del “largo ai giovani” ha decisamente stufato.
Va bene che non è più possibile attribuire saggezza ad un uomo solo in virtù della sua anzianità; non è più tempo di Mosè, Gandalf il Bianco o Panoramix o altre barbe candide che custodiscono arti occulte e possono guidare i popoli. Ma pensare che la giovinezza sia sempre primavera di bellezza, iniezione di freschezza e garanzia di buone idee, non ci convince proprio.
Si dice che la classe dirigente del dopoguerra assunse responsabilità pesanti ancora quarantenne o ancor più giovane, mentre ora la gerontocrazia impera. Tutto vero, ma gli uomini che ricostruirono l’Italia del 1945 erano appunto reduci, chi più chi meno, dalla più grande catastrofe della storia mondiale. Erano, insomma, maturati un po’ in fretta, per forza di cose. I quarantenni di oggi sono perlopiù reduci dalla “tivù dei ragazzi” o da qualche bel concerto degli U2. Qualcosa vorrà pur dire.
E poi il mito rivoluzionario del “Supergiovane” che “fa cagare addosso i matusa e il governo” (per citare il brano cult di Elio e le Storie Tese) è vecchiotto. Almeno di cent’anni; come il movimento futurista che voleva l’abolizione del Senato per sostituirlo con “l’eccitatorio giovanile”.
Il ringiovanimento radicale della classe politica è uno dei cavalli di battaglia anche del tribuno Beppe Grillo; si spertica in elogi dei sedicenni che a forza di chattare e contemporaneamente parlare al telefono e guardare la tv hanno alterato le loro sinapsi e sono una razza più evoluta dei sessantenni incapaci di mandare una mail (anche se magari hanno letto tutto Carl Schmitt). Non occorre però aver studiato alle scuole steineriane per aver dubbi sulla lucidità dei figli dell’era dello zapping, spesso incapaci di concentrarsi su qualcosa per più di cinque minuti.
Il dubbio è che la proposta del Supergiovane fatta da Casini sia una provocazione lanciata al “catacombale” Cavaliere di Arcore. Il capo dell’Udc pensa più che altro a “qualcuno che affronti il governo e i matusa con grinta e simpatica verve” (ancora ci soccorrono i versi di Elio). Sennò, chi potrebbe essere questo giovane? Certo non “il Trota”, ovvero Bossi junior. Forse il sindaco di Firenze Matteo Renzi, il trentacinquenne che vuole la giusta “rottamazione” del Pd nel quale milita. Si spiegherebbe allora, l’invito fattogli per pranzo in casa Berlusconi di lunedì scorso.
Ma la soluzione potrebbe essere quella di organizzare delle innovative primarie televisive, una specie di X Factor politico. In quella sede le nuove promesse gareggerebbero per diventare il candidato che metta finalmente in fuga i matusa del governo. Ovviamente sarebbe presentato da Elio, che canterebbe anche “Supergiovane” come sigla: “E per festeggiare, offro coca cola con l’aspirina a tutti”.