La Rivolta di Atlante: rinasce il simbolo del libertarismo che si ribella a Obama
19 Maggio 2011
Non si può comprendere sino in fondo il fenomeno dei Tea Party se non si conosce il romanzo che ha fornito ispirazione e guida alla maggior parte dei militanti: La Rivolta di Atlante di Ayn Rand. Pubblicato in Italia, in tre volumi, dall’editore Corbaccio nel 2007, negli Usa fu un best-seller fin dal momento della sua uscita, nel 1957. Nel 2009, anno dell’ondata di proteste del Tea Party, ne è stato venduto mezzo milione di copie. Si tratta di un caso editoriale più unico che raro: un libro vecchio di 50 anni è riuscito ad imporsi in tutte le classifiche dei best seller.
La biografia di Ayn Rand e la sua influenza sulla cultura americana permette di capire le ragioni di tanto successo. Questa scrittrice, nata a San Pietroburgo nel 1905, si chiamava Alissa Rosenbaum. In quanto ebrea era nel mirino dei nazionalisti. Figlia di borghesi, iniziò a essere perseguitata dai comunisti quando questi presero il potere nel 1917. Finché, una volta laureata, decise di scappare negli Usa, di cui ammirava il cinema e la libertà, cambiando il suo nome in Ayn Rand, per non farsi riconoscere in patria ed evitare rappresaglie ai parenti. Ma una volta arrivata oltre Oceano rimase scioccata dalla diffusione degli stessi ideali socialisti che avevano distrutto ogni libertà nel suo Paese d’origine. E così diede vita a un filone letterario per spiegare agli americani cosa volesse dire perdere la propria indipendenza individuale per sottomettersi allo Stato.
Lo inaugurò con Noi vivi, romanzo del 1936, quasi autobiografico, uno dei più lucidi ritratti della vita sotto il regime bolscevico. Poi, dopo il successo immediato ottenuto con la sua prima opera letteraria, si diede subito alla fantascienza distopica (utopia negativa), con una novella, Anthem (“Antifona”, Liberilibri, Macerata 2003) in cui, in poche pagine, spiegava la sua teoria sul regresso totalitario. Il totalitarismo non può produrre progresso ma, controllando in modo centralizzato le menti dei suoi sudditi, spinge inevitabilmente a un ritorno a uno stadio di sviluppo primitivo, sotto tutti i punti di vista, tecnologico, sociale, politico, filosofico. Nel 1942, con la pubblicazione del suo primo romanzo bestseller, La fonte meravigliosa, storia di un architetto che non vuole scendere a compromessi con nessuno, Ayn Rand scelse il suo genere di riferimento: il romanzo filosofico.
I suoi personaggi, i loro dialoghi e le loro azioni sono tutti funzionali alla spiegazione (fin troppo didascalica, secondo i critici letterari) di una nuova filosofia individualista radicale che Ayn Rand sta partorendo. Visto il grande successo de La fonte meravigliosa, da cui venne tratto anche un film hollywoodiano diretto da King Vidor, con Gary Cooper e Patricia Neal, la Rand decise di esprimersi ancora più esplicitamente con l’opera della sua vita. Dopo dodici anni di lavoro, nel 1957 uscì nelle librerie americane La rivolta di Atlante, romanzo che ipotizza il lento declino degli Stati Uniti verso un regime totalitario. Non in seguito a un golpe, non per conquista militare straniera, ma per un’egemonia culturale collettivista che finisce per condizionare sia gli imprenditori che i politici.
Sono gli intellettuali i veri motori del Paese e la Rand, con i suoi romanzi e con un suo primo circolo, cerca di opporre una sua resistenza culturale a un’egemonia progressista ormai dilagante. Nel romanzo, i cui scenari ricordano quelli di un’Unione Sovietica trasposta in America, questo piccolo nucleo di pensatori, scienziati e imprenditori resistenti è rappresentato da John Galt e da un gruppo sempre più nutrito di grandi menti del Paese decise a non collaborare con il nuovo regime. La loro non è una resistenza armata, ma un ritiro in un rifugio sicuro, dove vivere e fondare una nazione a sé. È uno “sciopero delle menti” che accelera il collasso di un Paese ormai assoggettato a un regime totalitario.
La Rand lasciò il segno anche in Italia. Forse pochi sanno che il primo film tratto dai suoi romanzi è italiano: la trasposizione cinematografica di Noi vivi è Addio Kira, del 1942, di Goffredo Alessandrini con Alida Valli e Rossano Brazzi. Allora serviva come propaganda anti-sovietica (si era nel pieno della campagna di Russia), non certo per diffondere una filosofia individualista invisa al fascismo. In quanto film anti-comunista fu poi maledetto dalla cultura di sinistra italiana. Giovannino Guareschi, in un suo pezzo di costume del 1948, descrive la scenetta (abbastanza diffusa allora) dei militanti comunisti che entravano nei cinema in cui veniva proiettato per tirare i pomodori sullo schermo.
Se l’opera della Rand, pur avendo appena sfiorato il nostro Paese, già suscitava passioni così forti, in America l’effetto fu infinitamente maggiore. La rivolta di Atlante ispirò una generazione di giovani libertari e conservatori negli anni Sessanta. Si può ben affermare che il moderno libertarismo e gran parte del movimento conservatore contemporaneo siano stati ispirati dall’opera di fanta-economia randiana. Ma Ayn Rand, che sperava di far nascere un movimento culturale di massa dalle sue idee, ha fallito la missione. La sua filosofia, “l’Oggettivismo” (nome ideato dalla Rand per contrapporlo a Idealismo ed Esistenzialismo) è rimasta una curiosità per pochi studiosi e appassionati. (Fine prima puntata. Continua…)
Stefano Magni, It’s Tea Party Time, Individuo e Stato nell’America Contemporanea, Edizioni Magna Carta, 2011.