La Russia sfrutta lo Scudo antimissile degli Usa come merce di scambio
25 Maggio 2011
Come ormai di consueto, la Russia torna di nuovo sulla questione dello scudo antimissile americano in fase di dispiegamento in Romania. Tale progetto è in programma da un po’ di anni ed è stato pensato per la difesa dei paesi europei dalla possibile minaccia iraniana. Gli Stati Uniti hanno iniziato a lavorare su tale possibilità anni fa e probabilmente dovranno ancora capire come procedere per completare l’installazione dello scudo che si sta rivelando un progetto pieno di insidie. Per adesso la “deadline” è stata fissata per il 2015. Certo che le indecisioni e le ingenuità politiche di Barack Obama non hanno giovato all’intero processo e il continuo cambio di posizioni al riguardo ha ulteriormente complicato la questione. Come si può vedere la Russia rimane in continua allerta nei confronti dell’occidente e ogni passo, anche il più insignificante, della Nato, che preveda il rafforzamento della capacità difensiva dell’alleanza, viene percepito come una minaccia nei loro confronti.
La scorsa settimana il presidente russo Medvedev si è appellato a Barack Obama e ha voluto ammonire il governo americano a non procedere con l’installazione dello scudo, viceversa a fornire garanzie e rassicurazioni che tale scudo non sia impiegato contro la Federazione russa. Nel caso contrario ha promesso un rafforzamento significativo del proprio armamento per poter essere in grado di controbilanciare la superiorità militare dell’occidente e rendere il loro potenziale atomico ancora più efficace. Considerando il fatto che lo scudo europeo in programma non ha niente a che vedere con le armi atomiche, la dichiarazione russa suona estremamente arrogante e bellicosa, poiché tratta la minaccia atomica eccessivamente alla leggera. Bisogna sottolineare il fatto che lo scudo missilistico Usa non viola alcun equilibrio militare sul continente europeo e sicuramente non pone alcun rischio reale alla sicurezza della Federazione Russa poiché la sua capacità e potenza è facilmente "gestibile" dalla potentissima difesa aerea Russa. Detto questo, analizzando la situazione dal punto di vista puramente strategico, si evidenziano un paio di fattori chiave.
Il primo è che la federazione Russa sta tentando di drammatizzare la situazione e usare l’argomento come una merce di scambio durante i negoziati con gli Usa. Tale intenzione riguarda principalmente alcune questioni internazionale molto pressanti che stanno per costringere il Cremlino a un dietrofront politico. Ad esempio, Washington e la Nato in generale stanno domandando a Mosca di rinunciare alla presenza militare forzata sul territorio Moldavo, che vede l’esercito della Federazione Russa schierato nella regione di Trans-Dnestria contro il volere di Chisinau, e soprattutto, di ritirarsi dai territori occupati della Georgia giacché tale azione viola il principio dell’integrità territoriale di questo paese. Alzare la voce sulla questione dello scudo missilistico potrà permettere alla Russia di cercare una specie di tacito compromesso e di mantenere lo status quo nelle suddette regioni il più a lungo possibile. In più la perplessità di Obama, che più volte ha cambiato opinione al riguardo, mette la Russia in posizione di vantaggio in questo negoziato. Il secondo fattore riguarda la necessità di alcuni alti funzionari del governo Russo di tenere l’opinione pubblica russa relativamente antagonizzata nei confronti della Nato e quindi di avere le mani libere per la loro politica "aggressiva" che altrimenti rischierebbe di rimanere mal vista da parte del popolo russo. Qualsiasi sia il motivo, l’atteggiamento cosi aggressivo della Russia che tratta l’occidente con un linguaggio estremamente bellicoso e ricattatorio non può che allarmarci tutti. Si spera che alla fine la politica di buon senso prevalga sempre e comunque, rimanendo in attesa di ulteriori sviluppi.