La Sardegna pronta per le elezioni. Cappellacci avanti a Soru di 2 punti
09 Febbraio 2009
Mancano pochi giorni alle elezioni per la presidenza della Regione Sardegna e i candidati si stanno giocando il tutto per tutto. Senza lesinare colpi bassi, in giro da un capo all’altro della Sardegna e da un canale all’altro delle tv (salvo Italia 1, su cui il governatore uscente non vuol mettere la faccia), Ugo Cappellacci per il centrodestra e Renato Soru per il centrosinistra sono pronti ad affrontare la sfida con i sardi, chiamati alle urne domenica 15 e lunedì 16.
Secondo gli ultimi sondaggi, pubblicati da affaritaliani.it, Cappellacci sarebbe in vantaggio di due punti su Soru, crescendo di uno ogni sette giorni. Ancora meglio starebbero marciando, sempre secondo lo stesso sondaggio, le liste che sostengono Cappellacci: sarebbero avanti di oltre cinque lunghezze sul centrosinistra.
Soru imputa a Cappellacci l’incapacità di camminare da solo e accusa il candidato e la coalizione che lo sostiene (il PdL) di portare avanti una battaglia truccata: “La straripante presenza del presidente del Consiglio e dei suoi ministri, tutti precettati ad occuparsi della propaganda elettorale in Sardegna – ha più volte detto Soru – è un’invadenza che stravolge le regole democratiche e impedisce che la competizione elettorale sarda si svolga in maniera serena". Cappellacci, dal canto suo, contesta a Soru di “aver portato via la Sardegna da quello che è il criterio democratico, di aver imposto le scelte dall’alto senza ascoltare i territori”. Autoritarismo: è questa l’accusa più diffusa in Sardegna nei confronti di Soru, definito qualche settimana fa da Giovanni Valentini (ex direttore dell’«Espresso», ex vicedirettore di «Repubblica», dal 2001 al 2003 direttore editoriale di Tiscali) un “pescecane travestito da spigola”. Ancora: ospite su Canale 5 ieri Cappellacci ha respinto l’accusa che gli viene rivolta di non essere sardo: “Evidentemente c’è qualcuno che ritiene di ingannare i sardi facendo credere, forse perché vede troppi cabaret televisivi, che per essere sardi ci si debba chiamare Cappellacciu”.
Siamo agli sgoccioli e si vede. Sulle elezioni in Sardegna, è vero, sono puntati gli occhi di Silvio Berlusconi, che ha deciso di spendersi in prima persona, ma anche di tutto il centrosinistra. Il Pd ha fame di consensi e il 15 e 16 sarà l’occasione per verificare la capacità del Partito Democratico di raccogliere ancora l’assenso dell’elettorato. E, nonostante le smentite di Soru circa un interesse a livello nazionale, questa corsa elettorale potrebbe servire anche per registrare l’eventuale consenso di Soru in vista di una sua investitura nazionale. Le interviste rilasciate sulle reti nazionali e sui maggiori quotidiani italiani vanno in questa direzione: far parlare di sé, proporsi come alternativa valida, conquistare gli animi dei delusi dalla politica veltroniana.
Rispetto alle scorse Regionali ci sono alcune novità nelle coalizioni. Infatti per sconfiggere Soru, Cappellacci ha l’appoggio di tutti i partiti della ex CdL, con l’aggiunta del Partito Sardo d’Azione e UdS, in passato indipendenti. Nel dettaglio, l’ex coordinatore regionale di Forza Italia è sostenuto dalle liste Pdl-Riformatori sardi, Udc, Sardegna insieme-Uds-Nuovo Psi, Movimento per le autonomie e Psd’Az. Soru, invece, si presenterà con la stessa coalizione del 2003 con l’aggiunta dei transfughi del PS d’Az., i “Rossomori”: il presidente uscente è infatti sostenuto dalle liste Pd, Prc, Pdci, Idv, Sinistra autonomista e Rossomori appunto.
I candidati ufficiali sono sei: Renato Soru, Ugo Cappellacci, Gavino Sale (leader di Indipedentzia Repubrica de Sardigna), Peppino Balia (segretario regionale del Partito socialista), Alessandra Meli (candidato Doddore Malu Entu, listino dell’autoproclamatosi presidente della omonima repubblica di Malu Entu, ovvero Mal di Ventre) e Gianfranco Sollai (candidato di Unidade indipendentista e sostenuto da Sardigna Natzione, A Manca pro s’indipendentzia, A foras e Juventude indipendentista 28 de abril). Inutile dire che il vero confronto è tra il candidato del Popolo della libertà e il Governatore uscente.