La scaltrezza di Obama, le fortune di Sarkò e lo spettro cinese
03 Giugno 2011
Uno dei massimi pregi dell’Obama politico, non a caso forgiato nel disincanto di Chicago, è quello di saper cambiare in poco tempo una scelta che non raccoglie il consenso necessario tra la gente come nelle stanze del Congresso. La duttilità come modus operandi ha consigliato lunedì scorso al presidente americano di seppellire le ambizioni del generale dei Marine James Cartwright, che tanto ambiva scalare l’ultimo gradino della carriera e diventare chairman del Joint Chief of Staff. Ad occupare la poltrona del principale consigliere militare della Casa Bianca sarà invece il collega a quattro stelle Martin Dempsey, già al comando delle truppe in Iraq durante gran parte della missione bellica.
La squadra è completata dal vice James Winnefeld, ex comandante Nato con importanti esperienze in Afghanistan subito dopo l’11 settembre del 2001, e da Ray Odierno, sovrintendente al personale, molto noto negli States per aver guidato con successo la transizione del potere dalle forze alleate all’esercito iracheno.
Tutte queste scelte richiedono la conferma del Senato- e non dovrebbero arrivare veti, vista la resipiscenza presidenziale-e andranno a completare il mosaico che è stato inziato con la scelta di Petraeus alla Cia e lo spostamento di Leon Panetta al Pentagono.
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Tutta la Francia, dopo l’affaire DSK, discute dei prodigi informativi del gabinetto di spie e poliziotti che assiste ogni giorno il capo dello Stato Sarkozy nel disbrigo delle piu’ svariate faccende interne ed estere. Pochi credono che dietro la micidiale caduta dell’ex direttore del FMI si celino manine interessate a determinarne una rovina che comunque potrebbe ben giovare al marito di Carla Bruni. Tuttavia, l’ammirazione per Squarcini, Guéant, Bauer e soci cresce , e con essa il timore suscitato negli avversari del leader post gollista. Nelle ultime ore, l’attenzione degli osservatori si sta spostando su documenti dei servizi segreti che proverebbero la corruzione del presidente pakistano Zardari, presunto beneficiario di settanta milioni di euro e in rapporti speciali con l’ex ministro della Difesa Leotard.
A Parigi, un tormentone al giorno.
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Si fa sempre molto rumore circa i supposti pessimi rapporti tra Cia e Isi dopo l’uccisione di Bin Laden. Oltre polemiche e montature interessate, l’ultima visita a Langley del capo degli 007 di Islamabad Pasha è stata ritenuta costruttiva da ambo le parti. Nell’incontro con Michael Morrel, numero due della Compagnia, oltre che soffermarsi su droni, Al Qaeda e la necessità di un miglior coordinamento, da parte americana si sarebbe segnalata la questione della sempre maggior influenza della Cina nel Paese asiatico. Un’ osservazione garbata (per ora) che vale anche come avviso ai naviganti.