La sinistra antipatica si affida ai fighetti da Ztl (di E.Roccella)
03 Maggio 2021
Per parlare di Fedez e del suo comizio pro legge Zan, dal palco del concerto del primo maggio, devo partire da una triste constatazione: la sinistra è antipatica. Non è un’opinione di parte, è un fatto ormai acclarato, su cui esiste una solida bibliografia, e di cui i partiti e i leader di quello schieramento sono consapevoli.
I tentativi di diventare più accattivanti e popolari sono stati molti, dal risotto cucinato da D’Alema a “Porta a porta”, fino alle comparsate di Enrico Letta nel salottino televisivo San Lorenzo style di Zoro (per chi non è romano: San Lorenzo è il quartiere della movida alternativa di ex rivoluzionari che hanno ripiegato sul prosecco).
E’ forse per questo che, aldilà dell’impossibilità attuale causa Covid, i comizi a sinistra non si fanno quasi più, mentre le piazze le riempiono i leader del centrodestra. E’ forse per questo che la sinistra si rassegna a farsi rappresentare da cantanti e attori, come negli Usa, delegando a loro il compito di divulgarne il pensiero e di condurre le battaglie politiche.
La festa dei lavoratori, che un tempo ormai remoto vedeva folle di operai arringati dai capi del sindacato, si è trasformata in una manifestazione che con i lavoratori in genere, e non parliamo degli operai, non ha proprio nulla a che fare. Il palco del primo maggio è occupato da protagonisti belli, brillanti e danarosi, bravissimi nel marketing di se stessi, portatori di una cultura che non ha radici autoctone, che non è legata alla tradizione italiana, e che dei problemi dei lavoratori o dei disoccupati nulla sa.
Fedez e compagni sono realmente convinti che l’urgenza per questo povero Paese piegato dalla crisi economica e sconvolto dall’incredibile numero di morti quotidiane, che si affida a Draghi come all’ultima speranza, sia la legge Zan.
Non credo che il marito di Chiara Ferragni abbia approfondito la conoscenza delle teorie gender, né che sappia che il movimento femminista in tutto il mondo combatte strenuamente contro la cancellazione della differenza sessuale, e temo che nella sua beata ingenuità creda davvero che la legge serva a tutelare gay e transessuali. Fa tenerezza. Ma ancora più tenerezza (e un po’ pena) fa la sinistra, che un tempo aveva la gloriosa rappresentanza del popolo dei lavoratori, e oggi, chiusa nel suo recinto Ztl, si rassegna a farsi rappresentare, dopo Giuseppe Di Vittorio e Luciano Lama, dal buon Fedez.