La stampa non perdona alla Merkel il KO elettorale: “E ora, cancelliere?”
10 Maggio 2010
Il giudizio della stampa tedesca sul tracollo elettorale subito dai cristiano-democratici della Cdu, il partito di Angela Merkel, alle elezioni regionali della Renania del Nord-Vestfalia è molto severo.
"E adesso, Cancelliere?" chiede il quotidiano ‘Bild’, il più letto nel Paese, mentre il settimanale ‘Der Spiegel’ parla di "un severo richiamo all’ordine da parte degli elettori" e chiede ai partiti al Governo di "fare meglio in futuro". Il quotidiano ‘Die Welt’ chiama in causa "la mancanza di direzione" della coalizione guidata da Merkel" e il ‘Berliner Zeitung’ scrive di "un disastro" per il Cancelliere.
Per il ‘Sueddeutsche Zeitung’ "le grandi attese dei cittadini nei confronti del nuovo Governo", a soli otto mesi dall’ampia vittoria uscita dalle urne nel settembre scorso, "si sono trasformate in una profonda delusione". "Si tratta di un sisma politica, a soli 225 giorni dall’impressionante vittoria alle legislative", sottolinea ancora il ‘Bild-Zeitung’.
La maggior parte dei quotidiani, nelle analisi politiche, stigmatizza l’esito delle elezioni come "una doppia disfatta" per il Cancelliere tedesco sia sul fronte interno che nella gestione, a livello internazionale, del caso Grecia, sul quale si è cercato di ritardare i tempi, peggiorando la situazione. Nel fine settimana, la Cdu ha raccolto il 34,6% dei voti, un minimo storico, con un calo di 10 punti percentuali rispetto al massimo di 44,8% di cinque anni fa e resta, ma solo per pochi voti, al di sopra dei socialdemocratici della Spd (34,5%). Il governatore del Land, Juergen Ruettgers, ha parlato di "una serata amara" e ha offerto le dimissioni, subito respinte. Cosa ancora più importante, con questo risultato la coalizione tra conservatori e liberali ha perso la maggioranza al Bundesrat, la Camera dove sono rappresentati i Laender e dovrà, in futuro un compromesso con i socialdemocratici.
Nel Nord Reno-Westfalia (Ovest) la sua Cdu governava insieme ai liberal democratici (Fdp) dal maggio 2005. Per la Merkel è stata la prima sconfitta regionale dalle politiche del settembre 2009 e la Spd si prepara a tornare al governo del Land dove aveva dominato per 39 anni fino al 2005.
Si tratta del più popoloso e politicamente decisivo dei 16 Stati della Repubblica federale, e uno dei più prosperi e lì la Cdu-Csu della cancelliera ha incassato un crollo oltre ogni previsione: precipita dal 44 per cento al 34,3, con una perdita di almeno dieci punti. I suoi alleati liberali (Fdp) sono al 6,5 per cento, cioè guadagnano 0,3 punti rispetto alle ultime elezioni locali, ma si vedono più che dimezzati rispetto al quasi 15 per cento raccolto a livello nazionale alle ultime elezioni politiche federali. Volano invece le opposizioni: la Spd (socialdemocrazia, il più antico e importante partito della sinistra democratica tedesca ed europea) sorpassa la Cdu con il 34,5 per cento, i Verdi balzano al 12,6 per cento, il loro massimo storico assoluto. La Linke, la sinistra radicale – frutto dell’alleanza tra i neocomunisti dell’Est e i dissidenti di sinistra usciti negli anni scorsi dalla Spd – sono al 6 per cento, quindi solidamente sopra il quorum del 5 per cento necessario per entrare nel Parlamento del land. La partecipazione al voto, al 59 per cento, è ai minimi storici, in una triste conferma della disaffezione alla politica nella prima potenza europea.
Per il governo di Angela Merkel, sullo sfondo della crisi aperta dall’emergenza greca per l’euro e il futuro dell’Unione europea, non poteva andare peggio. Il voto in Nordreno-Westfalia significa che il centrodestra (appunto la Cdu della cancelliera, la Csu bavarese e i liberali del vicecancelliere e ministro degli Esteri Guido Westerwelle) perdono la maggioranza al Bundesrat, la Camera delle Regioni. Dunque di qui alla fine della legislatura, cioè per i prossimi tre anni e mezzo, l’Europa intera avrà a che fare con una Germania azzoppata da un esecutivo debole e costretto a continui compromessi.
La rabbia e il dissenso degli elettori causati dalla reazione troppo lenta, prima dura e poi concessiva, della cancelliera all’emergenza Grecia sono il grande sfondo della disfatta del centrodestra. La maggioranza degli elettori non voleva che si utilizzassero soldi tedeschi per salvare Atene, e al tempo stesso la maggioranza della gente teme il peggio per il futuro dell’euro e del potere d’acquisto. Al tempo stesso, a livello locale, il governatore uscente, il democristiano (Cdu appunto) Juergen Ruettgers, uomo di continui compromessi e inciuci, non ha retto il confronto con la combattiva, pragmatica capolista socialdemocratica Hannelore Kraft. La quale ora potrebbe guidare lo Stato più popoloso di Germania, insieme ai Verdi e forse con l’appoggio esterno della Linke.
Intanto volano le cifre di disavanzo e debito tedeschi, e le entrate tributarie denunciano un ammanco di 39 miliardi rispetto al previsto.