L’affaire Bo Xilai e quell’intreccio con la morte di Neil Heywood (forse MI6)
05 Aprile 2012
A Londra, qualche analista di servizi segreti e dintorni già nel novembre scorso aveva espresso dubbi sull’ improvvisa morte di mister Neil Heywood, uomo d’affari quarantenne ma già navigato, trait d’ union molto quotato tra imprese britanniche e Cina.
Il defunto, al quale secondo le autorità di Chongqing sarebbe stato fatale l abuso di alcolici, non era un forte bevitore, e il precedente della scomparsa del padre, accasciatosi nel 2004, poco più che sessantenne, dopo un drink casalingo, ha un’ importanza relativa.
Heywood, come scritto sui principali quotidiani internazionali, vantava un legame di ferro con Bo Xilai (e la sua consorte, sospettata d’averlo infine fatto avvelenare), leader del partito comunista di Chongqing con la fissa della scalata al vertice della nazione, recentemente caduto in disgrazia dopo la defezione del braccio destro Wang Lijun, rifugiatosi insieme a un ricco bagaglio di segreti scottanti nel consolato americano di Chengdu.
Da quest’evento in poi, l’intero apparato della sicurezza interna di Pechino è finito sotto pressione, incluso il potente responsabile Zhou Yongkang, additato da taluni nel ruolo di complottardo unitamente a Bo e che, secondo voci di stampa non confermate, sarebbe ora rinchiuso agli arresti domiciliari. Il pur astuto Heywood, moglie cinese e due figli, parrebbe quindi caduto dentro sabbie mobili letali, che nemmeno la profonda conoscenza dei meccanismi locali gli ha consentito di evitare.
Elemento interessante per comprendere meglio l’intricata matassa della vicenda è poi un’ indiscrezione fornita dall’ autorevole The Telegraph: il brillante mediatore era, tra le altre cose, adviser della società Hakluyt, fondata da ex agenti dell’MI6 nel 1995, con uffici a Londra, Singapore e New York, specializzata in consulenze strategiche di alto livello e con un board prestigioso, che va da Alexander Downer, ministro degli esteri australiano dal 1996 al 2007, al già segretario generale della Nato, Javier Solana.
Basta questa collaborazione significativa per fare del povero Heywood una spia di Sua Maestà caduta in missione? Al massimo, può alimentare qualche sospetto che forse non troverà conferme ufficiali per ragion di Stato. Lo stesso dubbio che afferma d’ aver sempre nutrito un vecchio amico del lobbista inglese amante dell’ oriente; dipingendolo alla stregua d’ un nuovo Graham Greene , ha dichiarato: "Ho sempre pensato che Neil fosse un erede di James Bond". Meno fortunato, nel caso.