L’affaire Litvinenko e gli intrecci tra Londra e Mosca

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L’affaire Litvinenko e gli intrecci tra Londra e Mosca

26 Settembre 2012

A Londra torna a tenere banco l’affaire Litvinenko, l’ex agente del Kgb avvelenato nel 2006 in un bar del centro mentre sorseggiava il rituale tè. Nel corso dell’udienza preliminare del processo che vorrebbe scoprire i colpevoli dell’ assassinio, tra killers esperti e raffinati mandanti, avrebbe trovato conferma l’ipotesi di legami tra il defunto nemico di Putin e l’intelligence britannica, che si è premurata, non da oggi, di utilizzare lo scudo del segreto di stato su ogni aspetto della vicenda, scatenando così inevitabili discussioni e polemiche sulla stampa.

Il principale sospettato per l’agguato mortale, quell’Andrei Lugovoi a propria volta legato ai servizi segreti di Mosca, sta insistendo con i giudici per rendere ammissibile una "formidabile" prova a discarico: il video della macchina della verità a cui si è sottoposto. I suoi legali hanno quindi avuto mandato di lottare,  probabilmente invano, per convincere il tribunale di Sua Maestà impegnato sul caso a rivedere un consolidato convincimento che ritiene inaffidabili tale genere di prove.

Il tecnico che ha guidato Lugovoi nell’esame ha affermato di avergli domandato se fosse implicato nel diabolico omicidio e se avesse maneggiato polonio, ricevendo in cambio risposte negative. Al di là di questi strambi diversivi processuali, resta la sensazione che ben difficilmente una verità credibile sull’episodio uscirà fuori, deludendo l’ ottimismo dei congiunti di Litvinenko.

Su altro fronte, mentre qualche osservatore parla di tensione in crescita tra Gran Bretagna e Russia per l’irrisolto mistero, fervono le trattative per la vendita di una significativa partecipazione nella compagnia petrolifera Rosneft a British Petroleum: un business delicato, su cui Vladimir Putin e il fidato amministratore della società Igor Sechin riflettono con attenzione. Qualora si trovasse un accordo tra le parti, un rappresentante del colosso russo entrerà nel consiglio direttivo di BP.

Ecco, oltre i fumi del tè al polonio, i grandi affari fervono. E queste trame a suon di danaro non nascono e crescono mai per caso.