L’asse Mosca-Berlino è più forte dopo la guerra in Libia e Fukushima
27 Aprile 2011
L’asse geo-politico internazionale si è spostato verso Est. Europa e Stati Uniti hanno perso (o quantomeno stanno perdendo) la loro storica centralità. A determinare questo cambiamento nell’assetto politico-economico internazionale sono stati due eventi che non hanno nessuna relazione tra loro e sono totalmente indipendenti l’uno dall’altro: l’incidente nucleare a Fukushima in Giappone e la guerra in Libia. Gli eventi delle ultime settimane, di fatto, hanno dato a Mosca un ruolo strategico di prim’ordine ed hanno portato dei vantaggi alla politica energetica russa. La Russia, infatti, essendo il principale paese esportatore di gas in Europa ha beneficiato dell’aumento del prezzo dell’energia ed inoltre beneficerà dell’ormai sempre più probabile abbandono dell’energia nucleare da parte di Italia e Germania.
Roma e Berlino, oggi, sono legate, forse involontariamente, da un reciproco interesse ad avere buoni rapporti economici e politici con la Russia e per il fatto di aver spostato l’asse verso Mosca. Ora, i buoni rapporti del Presidente del Consiglio italiano con Putin e Medvedev non sono certo una novità. Tra l’altro ricordiamo che Eni e Gazprom pianificano la costruzione di un gasdotto, il cosiddetto South-Stream, che porterà gas direttamente dalla Russia all’Unione Europea senza passare dai paesi extracomunitari, in alternativa al cosiddetto Nabucco che è il Gasdotto che escluderebbe invece la Russia.
Più complesso è il caso della Germania, che sin dai tempi in cui il Cancellier era Gerhard Schröder, ha iniziato un asse economico-politico con Mosca che grazie al progetto del Gasdotto North-Stream ha visto rafforzato il ruolo della Russia nello scacchiere internazionale. Non dimentichiamo, inoltre, che proprio l’ex Cancelliere è ancora oggi Presidente della società per azioni Nord Stream di Gazprom che prevede l’esportazione di gas direttamente dalla Russia alla Germania tramite il Mar Baltico. In questo senso proprio il caso del Gasdotto North Stream è particolarmente significativo in quanto Russia e Germania avrebbero un collegamento diretto che scavalcherebbe Ucraina e Polonia, ma che diventerebbe ancor più importante se la Germania confermerà la linea intrapresa dopo il terremoto in Giappone, ovvero la chiusura delle centrali nucleari. La Russia, infatti, potrebbe beneficiarne ulteriormente in quanto la Germania potrebbe avere ancor più bisogno del gas russo.
Ora, la linea politica della Kanzlerin Angela Merkel non è in realtà molto diversa dal passato. Dal viaggio della scorsa estate a Mosca, accompagnata da numerosi imprenditori con interessi economici in Russia, alla posizioni sulla guerra della Libia, la Germania sembra riconoscere il nuovo ruolo di Mosca. Tuttavia è utile ricordare come se da una parte la Germania intende continuare ad avere buoni rapporti con la Russia (su cui incide anche la presenza ormai massiccia di comunità russe in Germania e soprattutto a Berlino), dall’altra, non sono mancati i contrasti, come è avvenuto l’autunno scorso in un incontro a Berlino del Wirtschaftsforum della Süddeutsche Zeitung durante il quale tra Putin e la Merkel c’è stata qualche divergenza. Nel novembre dello scorso anno, infatti, Putin, a Berlino propose, forse anche provocatoriamente, una zona di libero scambio commerciale da Vladiwostock a Lisbona. Le reazioni di Angela Merkel non furono certo positive, ricordando a Putin come una zona di libero scambio così vasta presuppone la collaborazione anche da parte della Russia che, al momento, aumenta i dazi doganali sulle importazioni dall’estero ostacolando la libertà commerciale.
In conclusione, è facilmente ipotizzabile che la Russia beneficerà certamente dell’aumento dei prezzi del petrolio ed anche dell’aumento dell’esportazione di gas verso il Giappone (a causa del disastro nucleare a Fukushima) e verso l’Italia (a causa della guerra in Libia). A lunga scadenza, inoltre, è evidente come due paesi nel cuore dell’Europa, Italia e Germania, saranno sempre più dipendenti dalla Russia, che oggi grazie al suo gas ha riacquistato una centralità geopolitica fondamentale di cui è bene tener conto.