Le famiglie scendono in piazza contro le tasse

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Le famiglie scendono in piazza contro le tasse

29 Febbraio 2008

Domenica in oltre 1300 piazze
italiane torna il Forum delle associazioni familiari. Già con l’organizzazione
del Family Day questo insieme di realtà associative si era dimostrato l’interprete
più autentico dei bisogni della famiglia italiana. Allora l’obiettivo era
scendere in piazza per contrastare la deriva “pacsiana” in Italia, riuscendo di
fatto a bloccare i Dico. Oggi il progetto è ancora più ambizioso: consapevoli
del fatto che la famiglia attraversa, oltre ad una crisi di identità, anche una
crisi di necessità, il Forum torna in mezzo alla gente per chiedere una
politica fiscale che tenga realmente conto delle esigenze economiche e di
sviluppo della famiglia italiana.

Sarà infatti possibile aderire
alla petizione “Firma per un fisco a misura di famiglia”, il cui testo è stato
consegnato a tutti i candidati premier chiedendone l’accoglienza nei programmi
di governo. La richiesta del Forum è tanto semplice quanto efficace e
genuinamente rivoluzionaria: introdurre in Italia un regime fiscale basato non
solo sul sistema progressivo di equità verticale (maggiore è il reddito,
maggiore è la tassazione) ma anche su una equità orizzontale che tenga conto
del numero di componenti del nucleo familiare. In parole povere: una persona
che vive da sola e percepisce, mettiamo, 40.000 euro, sta sicuramente meglio di
un padre di famiglia che percepisce lo stesso reddito ma che ha a carico una
moglie e tre figli. In Italia l’imposizione fiscale non tiene ancora conto di
questa differenza, poiché il riconoscimento dei costi per il mantenimento dei
figli non riguarda tutte le fasce ma varia a seconda delle soglie di reddito.
Da qui il paradosso dell’esempio.

Le famiglie italiane subiscono la
pressione fiscale più pesante d’Europa, con conseguenze anche sul tasso di
natalità che è tra i più bassi al mondo. Tutto ciò scoraggia chi vuole
costruirsi una famiglia e tanto meno chi vuole avere figli. Con il risultato
che la famiglia, un tempo ritenuta luogo naturale (nonché positivo) di educazione
e socializzazione primaria, non solo non viene più valorizzata ma viene
apertamente ostacolata da politiche inique. Semplicemente, il Forum ha capito
che per uscire da questa crisi non serve l’assistenzialismo dell’assegnino una
tantum, come tra l’altro è stato proposto da Veltroni in questo avvio di
campagna elettorale (2500 euro), bensì una riforma in toto, cioè strutturale, che cambi il modo che oggi ha lo Stato
di confrontarsi con le realtà familiari.

Questo vuol dire anche tornare al
dettato costituzionale: spesso citata fino alla nausea quando può essere una
arma di lotta politica, ci si dimentica sempre di quelle parti della
Costituzione che richiederebbero specifiche assunzioni di responsabilità da parte
di tutta la classe dirigente. E tra queste il diritto e dovere di educare e
crescere i propri figli, concorrere alla spesa pubblica in base alla capacità
contributiva, il dovere della Repubblica di agevolare la formazione della
famiglia e l’adempimento dei suoi compiti. Se nei fatti questi diritti
elementari vengono ostacolati, significa togliere qualunque piano d’appoggio
per una seria politica familiare.

Una firma vuol dire tentare di
invertire la tendenza: l’obiettivo del Forum è quello di raccoglierne un
milione. E’ quindi importante per domenica essere presenti nel punto di
raccolta firme più vicino, magari con figli e carrozzine al seguito. Dare
testimonianza di quali sono oggi i problemi reali del paese è uno dei modi più
efficaci per ottenerne la soluzione. Ce lo insegna il Family Day.