Le intenzioni di Monti non hanno convinto neppure i mercati

Banner Occidentale
Banner Occidentale
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Le intenzioni di Monti non hanno convinto neppure i mercati

15 Novembre 2011

Il governo Monti alle prime dichiarazioni del presidente incaricato non mi ha convinto e non ha convinto neppure i mercati. Si dovevano collocare 4,4 miliardi di titoli quinquennali, ma non ci si è riusciti, è la prima volta che accade da molti anni, nonostante che il tasso sia lievitato al 6,29%. Il compito di Monti dovrebbe essere quello di rassicurare i mercati finanziari, affermando che intende attuare il programma prescritto dalla Comunità europea che, come forse lui avrà notato, differisce da quello della famosa lettera della BCE, in quanto, assieme ai punti che questa aveva indicato, inserisce anche un nuovo punto: interventi per la riduzione del debito con uno strumento italiano surrogatorio degli interventi della BCE e complementare se non surrogatorio di quelli del Fondo europeo di stabilizzazione finanziaria.

Invece che dichiarare che vuole fare questo lavoro di idraulico con un governo tecnico e poi, riparato il lavandino e rimessa in circolazione l’acqua fredda e calda, andarsene a casa, per lasciar posto alla politica, il senatore Monti si è messo a declinare frasi generiche, come “programma di rigore ed equità con pesanti sacrifici, ma non lacrime e sangue”, quelle che alla gente comune fanno venire l’orticaria e lasciano supporre tutto e il contrario di tutto. Poi sono venute le indiscrezioni sui ministri tecnici ed è apparso chiaro che in realtà si tratterebbe di un gruppo di professori dell’Università Bocconi, in genere orientati a sinistra e di un gruppetto di professori dell’Università Cattolica della capitale lombarda in prevalenza di analoghe simpatie. Ed anche al di fuori di questi professori, tutti stimabilissimi, anche gran parte degli altri tecnici i cui nomi circolano sono di quella area. Insomma, il governo in questione non sarebbe di “larghe intese” o di “unità nazionale”, ma di sinistra-centro in veste tecnica. Monti ha anche aggiunto che vuole fare un governo per tutta la legislatura. Ciò contrasta con il suo scopo, che è quello di attuare in tempi brevi, cioè entro l’estate, tutto quanto è richiesto nella lettera del Commissario europeo Oli Rehn all’Italia, e in particolare a garantire che, a qualsiasi condizione, nel 2012 si raggiungerà l’obbiettivo stabilito del deficit alo 1,6 per cento del Pil e l’anno dopo il pareggio del bilancio, così come disposto dalla legge finanziaria di stabilità appena varata.

Egli non ha neppure detto, a proposito del suo programma che intende farsi scrupoloso garante della attuazione di tale legge, ciò che è invece essenziale, in quanto in gran parte essa serve a realizzare le richieste della Comunità e in quanto i mercati dubitavano non di Berlusconi (nonostante le gratuite, diffamatorie campagne dei media italiani nei suoi confronti, riecheggiate nei media internazionali), ma della capacità del suo governo di attuare questo esigente programma, e i suoi decreti attuativi, sulla base di una maggioranza parlamentare alla Camera debole e fluttuante. Il programma del governo tecnico dovrebbe essere indirizzato in primo luogo a questo fondamentale obbiettivo, tramite il consenso che gli possono dare il PDL, il PD, l’UDC, in emergenza, superando momentaneamente le loro divisioni, ma conservando la loro identità.

Insomma Monti non è il capo del CLN, espressione del partito d’azione legato agli industriali che finanziano la resistenza, per salvare le loro fabbriche e i loro impianti elettrici dalle forze occupanti tedesche, non è incaricato di far resuscitare l’economia consociativa, causa dell’alto debito e della bassa crescita E’un presidente del consiglio incaricato di gestire una fase di emergenza, la più breve possibile, in cui cooperano partiti rappresentativi di interessi, ideali e valori distinti, per un obbiettivo comune. Per ripristinare la situazione finanziaria italiana questo super idraulico deve adempiere alle seguenti cinque prescrizioni, che ci sono suggerite o richieste dall’Unione Europea.

Primo. Provvedimenti che assicurino il livello del deficit allo 1,6 nel 2012 e il pareggio del bilancio entro il 2013, anche nella ipotesi di rallentamento della crescita del PIL e garantiscano  la attuazione delle misure approvate che per l’esercizio 2013 comportano la riduzione delle agevolazioni fiscali. Secondo: nuove misure per la crescita del Pil per ridurre il rapporto debito/Pil sul lato del Pil. Queste, a mio parere, dovrebbero concentrarsi sull’edilizia, le opere pubbliche e le infrastrutture. Servono al riguardo 6 miliardi freschi nel biennio da reperire vendendo immobili pubblici. La terza è quella nuova: attuazione della Commissione per la riduzione del debito pubblico, che Silvio Berlusconi aveva proposto, in via generale e su cui l’Unione europea gli ha chiesto chiarimenti nella lettera in 19. Si tratta di una mia proposta, discussa da un gruppo ristretto di parlamentari e Ministri del PDL: un fondo di bilancio a cui dovrebbero affluire 200 miliardi in due anni, derivanti da privatizzazioni e altre cessioni di beni e diritti (come la capitalizzazione dei canoni di concessione UMTS e dei canoni demaniali trasformati in diritti di uso ventennali), eventualmente rafforzato da condoni, per cui si calcola un provento di 80 miliardi, più un gettito annuo di una decina di miliardi da nuovi imponibili edilizi derivanti dalla legalizzazione dei cambi di destinazione e degli ampliamenti di edifici e da pertinenze e da immobili popolari .

Il fondo di 280 miliardi che Berlusconi aveva in animo di costituire al più presto se non fosse stato tradito da 6 deputati nel voto sul rendiconto, servirebbe per riscattare debiti pubblici e per dare  garanzie collaterali per nuovi prestiti. Con 80 miliardi ed  una garanzia del 20% si collateralizzano  400 miliardi . Il debito statale  poliennale da rinnovare nel prossimo periodo  è di 180 miliardi. E questa è anche la cifra annua del 2013 ,Quarto punto: aumento delle età pensionabili con rapida abrogazione delle pensioni di anzianità e aumento incentivato dell’età di pensione delle donne (non lo volevano la Lega e la CGIL). Quinto (difficile da digerire per il PD): la nuova flessibilità nei contratti di lavoro col licenziamento per esubero di personale , con cospicui indennizzi a carico dello stato e delle imprese (non è chiaro se con il progetto Ichino le imprese siano chiamate a pagare cifre sostanziali per i licenziamenti per esubero, ma ciò garantirebbe che esse facciano un uso di questa intelligente di questa misura che io preferire fosse contrattata a livello di azienda, nei limiti di una norma quadro nazionale). Ieri molte persone semplici ritiravano i soldi agli sportelli delle banche e affollavano insolitamente i bancomat. E’ in primo luogo di questa gente, che sa poco o nulla dell’Università Bocconi, che in primo luogo Monti deve guardare. Ed è quella a cui tutti dovrebbero guardare. Anche perché molti di loro, se rassicurati, i BPT li compreranno.