Le logiche tribali di al Qaeda  e il senso di colpa delle vittime

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Le logiche tribali di al Qaeda e il senso di colpa delle vittime

03 Luglio 2007

Non sono attentati “di reazione”, non colpiscono l’Inghilterra o lo Yemen per una logica di risposta, sono invece shahada, testimonianza di un Islam feroce. E’ penoso e triste lo spettacolo di tanti commentatori inglesi ed europei che continuano a cercare una qualche logica nella ripresa degli attentati quaidisti di questi giorni, deflagrati in posti così distanti e disomogenei come la Gran Bretagna e lo Yemen. E’ testimonianza di un ottundimento politico, di un basso livello di riflessione, di un facile rifugio nei luoghi comuni per cui, se ci odiano, qualche colpa dobbiamo pure averla.

Non è così. Per dipanare il filo della logica jihadista bisogna innanzitutto capire il punto centrale: al Qaeda non è un’organizzazione. L’affermazione può apparire sbalorditiva, ma è vera. Non esiste un centro che dirama ordini, sulla base di una strategia. Al Qaeda significa invece database, perché