Le nomine dell’Agenzia Nucleare passano al vaglio della Camera
22 Novembre 2010
Le commissioni industria e territorio del Senato hanno dato parere favorevole alle nomine dell’Agenzia per la Sicurezza Nucleare proposte dal Governo. Spetta ora alle commissioni attività produttive e ambiente della Camera esprimere il proprio atto di assenso. Si riuniranno domani alle 13,30 per discutere le nomine ed audire i candidati a membri del collegio; è atteso già per mercoledì pomeriggio la conclusione del loro esame.
Vedremo quindi se l’esito sarà simile a quello conseguito al Senato, dove sono stati promossi a pieni voti i nomi del Presidente Umberto Veronesi e dei due componenti designati dal Ministro dello sviluppo economico, i professori di impianti nucleari Maurizio Cumo e Marco Enrico Ricotti. Dato molto importante il voto favorevole delle opposizioni, che può rappresentare un primo passo verso un atteggiamento responsabile da parte di tutte le forze politiche chiamate a dare continuità alla politica energetica italiana. Non hanno ottenuto, invece, l’unanimità dei consensi i due membri designati dal Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, Michele Corradino e Stefano Dambruoso; entrambi uomini di legge (docente di diritto amministrativo e capo di gabinetto del dicastero di Stefania Prestigiacomo, il primo, magistrato il secondo), non sembrano soddisfare l’intero arco parlamentare che forse preferirebbe un diverso mix di competenze per la guida di un’authority di settore.
Certo, il possesso di competenze tecniche all’interno del collegio è garantito dai due professori di impianti nucleari; l’interesse pubblico alla salute è ben rappresentato dall’illustre oncologo destinato a presiedere l’agenzia. Se il contributo di un giurista era da giudicarsi utile, il secondo nome designato dal Ministro poteva esser speso per meglio rappresentare gli interessi dell’ambiente in senso più lato. Dopotutto, l’opzione nucleare si inserisce anche all’interno di una politica ambientale volta a ridurre le emissioni inquinanti ora prodotte dalla generazione termoelettrica.
È già calato nella parte, intanto, il presidente in pectore dell’agenzia: a margine di una conferenza di Science for peace a Milano, Umberto Veronesi risponde ai sondaggi che vedono due terzi degli Italiani contrari al nucleare ricordando che dove il nucleare c’è già, la popolazione è soddisfatta e favorevole al nucleare. Accade in Svizzera, dove stanno progettando altre tre centrali e, pare prevedere il professore, accadrà anche in Italia, quando la popolazione avrà piena coscienza dei benefici recati dalla produzione di energia da fonte nucleare.
Si discute, infine, la sede dell’Agenzia. Il sottosegretario Saglia insiste per stabilirla a Roma, ma la Lega Nord propone la città di Genova. D’accordo anche il sindaco del capoluogo ligure, la democratica Marta Vincenzi. Curiosa la posizione del PD nella regione: poco più di un mese fa Burlando si diceva pregiudizialmente contrario alla realizzazione di centrali nucleari in Liguria; oggi il sindaco di Genova appoggia l’idea di insediare nella sua città l’authority che batterà il tempo al processo di riavvio del nucleare e vigilerà sul settore.
In realtà gli argomenti a sostegno della candidatura di Genova sono validi, a partire dalla presenza di diverse realtà industriali capaci di dare il know how utile al rilancio del nucleare.
Sterili le polemiche sollevate dal presidente dei Verdi Angelo Monelli, che lancia un appello al Governo: “Invece di litigare sulle poltrone, il governo dica dove vuole costruire le centrali nucleari. Confermi o smentisca la lista dei siti che abbiamo reso pubblica mesi fa”. L’esponente della sinistra extraparlamentare ignora che la legge attribuisce all’Agenzia per la sicurezza nucleare il compito di stabilire i parametri per la definizione delle aree idonee ad ospitare gli impianti nucleari. L’invito al Governo ad indicare i siti va quindi respinto al mittente. Saggiamente, il decreto 31/10 prevede che non sia un organo politico, né tantomeno il partito dei verdi, bensì un’autorità indipendente, con funzionari dotati delle necessarie competenze tecnica, ad indicare i criteri di localizzazione delle centrali.