Le sanzioni, il Donbass e lo spettro della Prima guerra mondiale
05 Giugno 2022
di redazione
Dopo essere stato ricacciato indietro nel tentativo di rovesciare Zelensky e stabilire un governo fantoccio a Kiev, l’esercito russo ora martella con l’artiglieria pesante gli ucraini nel Donbass. Zelensky dice che gli ucraini stanno perdendo cento uomini al giorno e cinquecento feriti. Nel giro di qualche mese il suo Paese avrà lo stesso numero di caduti americani di tutta la guerra in Afghanistan.
Ci vorranno settimane prima che i nuovi sistemi militari americani per rispondere al fuoco sulla lunga distanza arriveranno e gli ucraini impareranno a usarli. Questo espone Kiev al rischio di un cambio di fronte nei destini della guerra, anche se gli ucraini continuano dove possono a lanciare controffensive, per esempio cercando di riprendere Kherson.
Putin sta usando l’hard power come se in Ucraina si dovesse combattere una specie di guerra del ’15-’18 con tanto di trincee e bombardamenti indiscriminati. Se questo è lo scenario sul campo, con i militari ucraini che invitano i reporter del Washington Post a vedere con i loro occhi i risultati della tempesta di fuoco russa, è davvero folle immaginare di ammorbidire le sanzioni economiche contro la Russia.
Le sanzioni debbono colpire Mosca perché è uno dei modi di rallentare l’offensiva russa, lo sforzo bellico del Cremlino sul medio periodo. Il Pil russo sta scendendo rapidamente, l’inflazione colpisce molto più che da noi. Le sanzioni fanno male alla Russia ma le bombe di Putin fanno ancora più male all’esercito ucraino. Nel Donbass l’esito della invasione russa è ancora aperto.