Le vere notizie sulla CIA non si riducono ai pochi casi denunciati

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Le vere notizie sulla CIA non si riducono ai pochi casi denunciati

31 Agosto 2009

Chiunque abbia consigliato alla gente di non fidarsi troppo di quello che si leggeva sui giornali, doveva avere in mente la telecronaca di questa settimana sui documenti riguardo gli interrogatori della CIA. Ora che abbiamo avuto la possibilità di leggere i report, è chiaro che la vera storia non si riduce semplicemente ai pochi casi di abusi riportati a gran voce dai media. Ad oggi sappiamo che il programma è stato accuratamente sviluppato, attentamente circoscritto, riportato al Congresso, ed ha fornito informazioni cruciali per distruggere al Qaeda.

In altre parole, ha funzionato, almeno fino a quando non ci si è messa di mezzo la politica.

Questo è essenzialmente il giudizio espresso dall’ex Ispettore Generale della CIA John Helgerson nel suo rapporto del 2004. A parte alcune lievi critiche, nel suo report Helgerson sostiene che la CIA "ha investito enormemente tempo e risorse per migliorare (il programma, ndr) in modo rapido ed efficace, ed entro i termini della legalità"; che l’agenzia "forniva generalmente delle buone direttive e un valido sostegno"; e che il personale dell’agenzia in larga misura "seguiva le linee guida e le procedure, documentando accuratamente tutte leattività." E allora dov’è lo scandalo?

Helgerson descrive il modo in cui la CIA ha collaborato con il Pentagono, con il Dipartimento di Giustizia, e persino con esperti esterni al fine di sviluppare le specifiche linee guida per 10 nuove ed avanzate tecniche di interrogatorio, incluso il waterboarding, che ha passato l’esame della legalità. Le tecniche di interrogatorio avanzate (EITs) "sarebbero state utilizzate solo su una base di effettiva necessità" e non tutte sarebbero state necessariamente applicate. Inoltre, era previsto che le stesse EITs fossero utilizzate "in una sorta di applicazione crescente"…. La CIA si serviva dei suoi psicologi per valutare il trattemento di Abu Zabaydah, un addetto di al Qaeda, al fine di assicurare che non subisse danni fisici o psicologici a lungo termine.

Man mano che il programma andava evolvendosi, la CIA "migliorava i programmi di addestramento per i suoi agenti". A partire dai primi mesi del 2003 aveva creato le linee guida per la detenzione e gli interrogatori e pretendeva che "gli individui che conducevano gli interrogatori, o che comunque vi prendevano parte, fossero ben a conoscenza di quelle indicazioni e firmassero una dichiarazione relativa a tale consapevolezza". Le linee guida inoltre "formalizzavano la preesistente…. pratica di avanzare richieste sul campo per ottenere specifiche autorizzazioni da parte di ogni quartier generale prima di applicare una qualsiasi delle EITs". Non si può certo affermare che questa fosse una CIA fuori legge.

Anche il Congresso era a conoscenza di tutto questo. Il report IG smentisce la versione della portavoce della Casa Bianca Nancy Pelosi che sostiene di non aver ricevuto alcuna informazione a riguardo. "Nell’autunno del 2002, l’Agenzia ha riferito ai leader dei Comitati di Supervisione dell’Intelligence del Congresso riguardo l’utilizzo sia delle tecniche standard sia di quelle EITs… Alcuni rappresentanti… hanno continuato a riferire alla leadership dei Comitati di Supervisione dell’Intelligence circa l’applicazione delle EITs e degli arresti nel febbraio e nel marzo del 2003. Il Consigliere Generale (della CIA) sostiene che nessuno dei partecipanti ha espresso alcuna preoccupazione riguardo le tecniche o il Programma…" Idem nel settembre 2003.

Come per esempio di "tecniche non autorizzate", il report IG spiega che la più "significativa" – l’accusa che un agente in interrogatorio minacciasse un detenuto con una pistola e con un trapano – è stata oggetto di un’indagine a parte. Per il resto – "l’utilizzo di minacce, l’impiego di fumo da sigaro, la costrizione ad assumere certe posizioni stressanti, l’uso di una spazzola rigida su un detenuto, e calpestare le catene alle caviglie di un prigioniero – il report IG afferma che "le presunte accuse erano controverse o troppo ambigue per raggiungere anche solo una minima determinazione di un qualche valore" e "non garantivano indagini separate o azioni amministrative".

La parte più rilevante del report IG documenta i risultati del programma. La "detenzione e gli interrogatori dei terroristi da parte della CIA hanno creato una intelligence in grado di arrivare all’identificazione e alla cattura di altri terroristi e hanno permesso di mettere in guardia nei confronti di attacchi terroristici pianificati contro gli Stati Uniti ed il resto del mondo." Tutto ciò comprende l’identificazione di Jose Padilla e Binyam Muhammed, che avevano pianificato l’esplosione di una bomba, e l’arresto di membri di cellule di al Qaeda, in precedenza sconosciute, a Kirachi, in Pakistan, che erano stati prescelti per pilotare un attacco aereo contro gli Stati Uniti. Le informazioni hanno anche permesso alla CIA di conoscere altri piani per attaccare il consolato americano a Kirachi, per dirottare un aereo sin dentro Heatrow, per danneggiare le linee ferroviarie e far deragliare un treno americano, per far saltare le stazioni di rifornimento statunitensi, per far schiantare un aereo contro un edificio della California e per tagliare le linee dei ponti di sospensione a New York.

Mentre il report non prende una posizione riguardo il valore delle tecniche avanzate, i fatti mostrano chiaramente che le stesse hanno portato i detenuti a rivelare informazioni cruciali. Il report evidenzia il fatto  che inizialmente si sono ottenute alcune informazioni da Zubaydah, ma che il waterboarding ha poi permesso "un’accresciuta produzione" di notizie. Ancora il report sottolinea che dal momento in cui ha avuto inizio la pratica del waterboarding, "Zubaydah è sembrato subito voler collaborare". Abd al-Rahim al-Nashiri, che ha pianificato l’attentato esplosivo del USS Cole nel 2000, non è stato sottoposto alla tecnica del waterboarding. "Tuttavia" si legge nel report "grazie all’utilizzo delle tecniche avanzate, al-Nashiri ha fornito informazioni riguardo i suoi progetti operativi più recenti che si sono dimostrate in contrasto con le informazioni dallo stesso fornite in passato, prima che venissero applicate quelle tecniche."

C’è poi Khalid Sheikh Mohammed, che ha diretto gli attacchi dell’11 settembre. Il report lo cita come "il più prolifico" fornitore di informazioni. Inoltre più avanti si legge che KSM, "inizialmente restio a parlare, aveva fornito solamente poche notizie di intelligence prima dell’utilizzo del waterboarding, e le analisi di quelle stesse notizie hanno rivelato come si trattasse di informazioni non più valide, inaccurate, o incomplete." Il report spiega che  KSM è stato poi sottoposto al waterboarding 183 volte ed ha modificato il resto della sezione. Questo suggerisce che quello che si è ottenuto attraverso gli interrogatori aveva abbastanza valore da richiedere una classificazione persino ad oggi.

Tale conclusione è rafforzata da altri due documenti della CIA, resi pubblici questa settimana, uno del 2004 e uno del 2005, che riportano i risultati degli interrogatori. In uno dei documenti sono forniti i dettagli di come gli interrogatori abbiano fatto cadere Hambali, la mente degli attentati di Bali del 2002. KSM ha fornito informazioni riguardo l’addetto di al Qaeda Majid Khan, che aveva ricevuto il compito di consegnare dei soldi ad un altro addetto di nome Jubair. Khan, che era stato catturato, ha rilasciato informazioni utili a incastrare Jubair, il quale a sua volta ha confessato di aver lavorato per Hambali ed è stato utile per permettere il suo arresto. KSM ha poi ammesso che il fratello di Hambali era il suo probabile successore, e quel fratello a sua volta ha fornito informazioni per sgominare un’intera cellula terroristica a Karachi. Hambali ha ammesso che quei terroristi dovevano essere addestrati per pilotare degli aerei contro obiettivi statunitensi.

I due documenti della CIA non trattano dei metodi di interrogatorio avanzati, sebbene il report IG suggerisca che KSM avesse fornito ben poche informazioni prima di essere sottoposto al waterboarding. Alcuni potrebbero sostenere che si sarebbero potute ottenere le stesse informazioni senza l’utilizzo delle tecniche avanzate. Ma questo non lo sapremo mai. La vera domanda è se il Procuratore Generale Eric Holder ed il suo nuovo consigliere speciale intendano riesaminare le decisioni degli agenti della CIA che conducevano le operazioni all’indomani dell’11 settembre e che, come sappiamo oggi, sono riusciti con successo a sventare complotti terroristici e a salvare vite umane.

E queste considerazioni ci portano ad un’altra rilevante sezione del report IG: gli agenti della CIA sapevano bene che le loro azioni sarebbero state oggetto di attenzione da parte dei politici negli anni a venire. "Nel corso di questa revisione, una parte degli agenti della CIA ha espresso spontaneamente preoccupazione riguardo la possibilità di recriminazioni o azioni legali condotte a seguito della loro partecipazione… gli agenti sono preoccupati che un gruppo di sostenitori dei diritti umani possa perseguirli per le loro attività… E temono che in quel caso l’Agenzia non si impegnerebbe nel sostenerli". Un altro di loro ha dichiarato: "Tra dieci anni sicuramente dovremo chiedere scusa per quello che stiamo facendo… Ma ora è necessario che qualcuno lo faccia".

Il vero scandalo qui non è che dei funzionari del governo abbiano usato a volte le maniere forti negli interrogatori per far cedere i nostri nemici. Lo scandalo è che, diversi anni più tardi, quando è cambiata la linea politica e non c’è stato un altro attacco, i nostri politici vorrebbero punire gli uomini e le donne che hanno fatto del loro meglio per proteggere gli americani in un momento di pericolo.

© Wall Street Journal

Traduzione Benedetta Mangano