Lega-M5S, ecco la nuova dialettica tra destra e sinistra (con buona pace di Bruxelles)
06 Marzo 2018
Sulla scemenza di dire che leghsiti e grillini sono la stessa cosa. “Noi abbiamo una concezione molto diversa del Paese, loro hanno una concezione pauperista e assistenzialista, non orientata al lavoro, alla crescita, e concretamente non alla riduzione delle tasse”. Armanno Siri intervistato da Marco Cremonesi sul Corriere della Sera del 6 marzo spiega con molta chiarezza la differenza di fondo tra leghisti e grillini: centralità del lavoro e dell’impresa per gli uomini di Matteo Salvini o centralità dell’assistenza e dello Stato per quelli di Luigi Di Maio. La Lega è sempre più una forza tradizionalmente riformatrice e conservatrice mentre i grillini si apprestano a diventare quello che sono Syriza, Podemos e Jean-Luc Melanchon. Alla faccia di quei due illusionisti del ragionier Emmanuel Napoleon Macron e della Grande bottegaia di Berlino, la dialettica tra destra e sinistra è ancora ben viva. Per fortuna della nostra democrazia.
Serra riparte da zero. “L’unica certezza è che dovremo ripartire da zero” scrive Michele Serra sulla Repubblica del 6 marzo. Secondo l’uomo dell’amaca la sinistra dovrebbe ripartire da zero. Trattasi di autocandidatura alla leadership progressista?
Al fondo del renzismo, la convinzione che gli italiani siano cretini. “Dicevano che la paura dei gorinensi era solo percepita”. Marco Imarisio in viaggio per l’Emilia che ha votato leghista raccoglie uno dei refrain più idioti dell’establishment renziano: che il malessere diffuso per l’Italia fosse solo una questione di percezione psicologica. Chi tratta le persone come cretine, raccoglie tempesta.
Zanda spiega come persino Veltroni sia meglio di Renzi. “Quando Veltroni e Bersani si sono dimessi lo hanno fatto e basta, un minuto dopo non erano più segretari” così Lucia Annunziata valorizza con perfidia su Huffington Post Italia del 6 marzo le parole di Luigi Zanda. Veramente insultanti: va bene essere paragonati a Pierluigi Bersani, un politico che quel nevrotico di Massimo D’Alema aveva promosso a un incarico troppo pesante per le forze dell’uomo di Bettola, spingendolo man mano sempre più nel baratro, ma che resta persona ugualmente più o meno coerente e sicuramente leale. Ma essere comparati a quello scatenato truffaldo e chiacchierone di Walter, è un bel colpo basso persino per il bulletto di Rignano.