
Legge di bilancio, retromarcia sulla tassa contro Amazon (che investe nel green)

23 Novembre 2022
Dopo un mese di tira e molla, il governo ha mollato. Per fortuna. La ragionevolezza ha spinto Giorgetti a escludere dalla legge di bilancio la Web Green Tax. In sintesi, si trattava di una nuova tassa sull’e-commerce che avrebbe colpito in particolare Amazon. Giustificata dai sostenitori come una compensazione per l’anidride carbonica emessa durante le consegne, non teneva conto di tantissimi aspetti.
Innanzitutto, non si teneva conto degli enormi investimenti di Amazon per decarbonizzare la totalità della flotta ben prima dei già ambiziosi obiettivi europei. Inoltre, il gettito di questa nuova ennesima tassa sarebbe stato destinato ad agevolazioni per il commercio di prossimità. Peccato che sono molte le imprese che si appoggiano ad Amazon per il delivery.
La versione di Liscia, presidente di Netcomm, sulla Web Green Tax
Le dichiarazioni di quattro giorni fa di Roberto Liscia, presidente di Netcomm, ovvero il consorzio dell’e-commerce italiano, ben spiegano perché il governo abbia fatto retromarcia. “La presunta ‘Web Green Tax’ sulla rete distributiva dell’e-commerce proposta dal Governo all’interno della nuova legge di Bilancio non tiene conto del reale impatto economico e ambientale di questo settore sull’intera economia del nostro Paese. Porre un freno a un settore strategico come quello del digitale, che già sta subendo un rallentamento a causa dell’inflazione e dell’aumento dei costi tecnologici e di gestione dell’intera rete – aveva sostenuto Liscia – significherebbe minare la competitività dell’Italia sul piano internazionale”.
“A farne le spese sono in primis le piccole e medie imprese, che hanno trovato nel digitale, in questi ultimi anni, una risorsa strategica per lo sviluppo del loro export, raggiungendo consumatori in tutto il mondo grazie all’e-commerce”, aveva concluso il presidente di Netcomm. Insomma, si sarebbe trattato di una tassa penalizzante per le migliori imprese, quelle più innovative e lanciate verso il futuro. La retromarcia del governo Meloni è quindi un’ottima notizia.
Amazon sempre più green in quattro città italiane
Intanto, sono quattro le città italiane coinvolte nell’ultima innovazione green di Amazon. La multinazionale, infatti, ha annunciato l’apertura di quattro hub di micromobilità a Milano, Napoli, Genova e Bologna. “L’obiettivo di questi hub è supportare consegne dell’ultimo miglio più sostenibili, in grado di migliorare la qualità dell’aria, alleviare la congestione del traffico e ridurre l’inquinamento acustico nei centri urbani”, ha dichiarato in una nota.
L’impegno ecologico di Amazon nel Vecchio Continente è crescente. Ormai, ha già lanciato hub di micromobilità in più di 20 città europee e prevede di raddoppiare il numero delle città coinvolte entro la fine del 2025. L’ennesima dimostrazione che si può salvare l’ambiente senza rinunciare al benessere del capitalismo, basta investire e lasciar fare a chi sa fare.