Legittima difesa: ma Renzi imita Macron o la Le Pen?

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Legittima difesa: ma Renzi imita Macron o la Le Pen?

06 Maggio 2017

Ormai è chiaro a tutti: Renzi è tornato alla carica per cercare di rosicchiare consensi a destra. E il caos che si è creato in area Dem attorno al testo di legge sulla legittima difesa approvato alla Camera, ne è la chiara dimostrazione. Il Pd, con Verini in testa, in aula non ha fatto altro che accusare i partiti di destra, contrari al provvedimento, di “aver perso un occasione di confronto” e di voler “creare il far west” strumentalizzando le paure dei cittadini “in chiave elettorale”. Ma, dopo l’approvazione, per dem e alfaniani che avevano raggiunto un compromesso sul testo di legge, è arrivata la doccia gelata: oltre a Lega, Fdi e Fi, a bocciare il provvedimento è stato lo stesso Renzi che, definendo il testo approvato un vero “pasticcio”, ha chiesto ai suoi di modificarlo prontamente al Senato.

Ora che il provvedimento sia alquanto ambiguo e tutt’altro che “chiaro e logico” come sostenuto da alcuni esponenti della maggioranza, questo è fuori da ogni dubbio. Dire, come si legge nel testo, che potrebbe non essere più punito chi, in casa, solo di notte, reagirà anche sparando in preda a «un grave turbamento», al fine di respingere un assalto «violento, con minaccia e inganno», per quanto comprensibile meriterebbe di essere meglio specificato.

In ogni caso, testo a parte, la mossa di Renzi è il chiaro segnale che tenga particolarmente al tema in questione. E, in effetti, chi ha veri interessi elettorali nel cavalcare il tema della legittima difesa è proprio lui. Infatti non è un mistero che, dopo aver tagliato i ponti con la sinistra, scaricando Pisapia e continuando ad infangare gli scissionisti di Mpd, all’ex premier non rimane che tornare alla carica con il tentativo di “rubare voti a destra” – tentativo, tra l’altro, già fallito in passato – mettendo le mani su temi cari proprio a quella parte di elettorato.

In questo senso è da leggere la “svolta legalitaria” che il neo segretario Dem vuole imprimere al Pd. Così come non è un caso che il ministro dell’Interno Minniti tra le misure avanzate nel “pacchetto sicurezza” abbia ripreso alcune proposte che ricalcano il disegno di legge presentato nel febbraio dell’anno scorso dai senatori Quagliariello e Augello (Idea – Popolo e Libertà) per la prevenzione, la lotta al degrado e per la sicurezza urbana.

Per cui, se tutti nel Pd si sono stracciati le vesti contro chi, come la destra, usa la legittima difesa per racimolare voti, come dicono, alla fine chi lo fa veramente, inseguendo Lega & Co., è proprio il “capo”, Renzi che nel tentativo di imitare il suo “amico” centrista Macron, si è forse perso per strada arrivando ad usare i temi della Le Pen, finendo per non assomigliare a nessuno dei due. Ma a differenza del “bell’Emmanuel”, a detta dei sondaggi, la sua capacità di impatto sull’elettorato sembra sia arrivata al capolinea.