L’Europa e la “notte degli Alesina viventi”
30 Marzo 2017
L’Europa e la notte degli Alesina viventi. “E dopo l’Europa si è dimenticata che per fare un’unione monetaria non basta una moneta unica; serve un’unione bancaria e qualche passo verso un’unione fiscale”. Così scrivono Francesco Giavazzi e Alberto Alesina sul Corriere della Sera del 28 marzo. Il noto duo liberista ha questa idea dei processi politici: le cose si fanno se ci si ricorda o ci si dimentica. E’ l’astratto intelletto che determina tutto. E chissenefrega della storia, delle culture, della geografia, del consenso, della complessità dei poteri reali, dell’asprezza della democrazia stessa. Magari uno non sarà un keynesiano come Paul Krugman ma quella sua battuta sulla “notte degli Alesina viventi”, sui guai che un’impostazione astratta e intellettualistica dell’economia fa agli uomini in carne e ossa, alla fine appare assai convincente.
Presidenziali francesi stile Trono di spade. “Dopo François Fillon, il candidato gollista alle presidenziali francesi incriminato per l’affare degli impieghi fittizi, i giudici istruttori iscrivono nel registro degli indagati anche sua moglie Penelope”, così una nota sul Corriere del 29 marzo. E se non si arrende, come in una puntata di Trono di spade, i giudici istruttori iscriveranno nel registro degli indagati anche le figlie.
Quante bestie diverse nello zoo Goldman Sachs. “Molti speravano che Mnuchin si sarebbe rivelato più banchiere che politico, più Goldman Sachs che Trump Tower”, scrive Federico Rampini sulla Repubblica del 19 marzo. Ahimé! Che tristezza dover constatare come non tutti i Goldman Sachs siano dei draghi e tra loro vi sia anche chi tiene conto di quella schifezza che è la sovranità popolare.
Collaterale sarà lei. “Antonio D’Amato con lui inizia l’epoca dei collateralismi con i governi” Dice una didascalia di Affari Finanza a una foto a D’Amato che accompagna un’inchiesta di Giuseppe Oddo sulla Confindustria. Fantastica ricostruzione storica dell’associazione degli industriali! In effetti per lungo tempo è stato il governo che era collaterale alla Fiat che dominava in Via dell’Astronomia. E’ un po’ incredibile, peraltro, come ci si possa dimenticare di un tipetto come Luigi Abete e di tutto il suo intrufolarsi in qualsiasi governo fosse in carica (magari contribuendo a preparare il prossimo come successe con l’esecutivo guidato da Lamberto Dini).