L’imperatrice consulta il suo Senato
02 Maggio 2017
L’imperatrice consulta il suo Senato. “It is customary for ms Merkel to go before Parliament ahead of important european meetings to outline her stance”. Alison Smale spiega sul New York Times del 28 aprile che è abitudine della Merkel informare il suo Parlamento delle posizioni che prenderà nei più importanti incontri europei. Ecco una rappresentazione concreta di che cosa è l’Unione sotto l’egemonia tedesca, un luogo dove solo il Bundestag discute veramente quello che poi decideranno gli altri 27 “Stati membri”. Ps. Dopo la riunione del Bundestag, di cui scrivo sopra, Ivano Caizzi informa sul Corriere della Sera del 30 aprile che “sono bastati pochi minuti al Consiglio dei 27 capi di Stato e di governo per concordare le linee guida nella trattativa sull’uscita del Regno Unito dalla Ue”. Pochi minuti, il tempo di dire uno “ja”.
Missili e ombre cinesi. “Kim Dong-yub, an expert at Kyungnam University’s Institute of Far Eastern Studies in Seoul, said North Korea might have got the data it wanted with the missile’s short flight, then blown it up in a bid to limit the anger of China, which disapproves of the North’s weapons programs and has warned it against further provocation”. Jack Kim e Ju-min Park da Seul scrivono sulla Reuters il 28 aprile, citando uno studioso sudcoreano dei problemi dell’Estremo oriente, che Kim Jong-un abbia da una parte sperimentato un missile dall’altra l’abbia fatto esplodere per non irritare Pechino. D’altro canto siamo in una parte del mondo dove una delle espressioni artistiche più famose è il teatro delle “ombre cinesi”.
Ma Renzi non è Hamon. “La Francia dimostra che si possono vincere alla grande le primarie del partito socialista (Hamon) e poi subire una disfatta nel voto popolare” scrive Stefano Folli sulla Repubblica dell’1 maggio. Il fatto è che Renzi non è Hamon bensì piuttosto un Hollande che dimostra di avere un pieno controllo del proprio elettorato prima che del suo partito, tagliando così l’erba sotto i piedi a qualsiasi Macron o Melanchon in circolazione. Può certamente perdere (anche se si gioverà della contrapposizione con i grillini e del probabile sbandamento del centrodestra) ma si giocherà lui tutta la prossima partita
Destini: da ballerine di prima fila a Sorelle Bandiera. “Ha avuto il coraggio di rompere con le vecchie consorterie” dice Pierferdinando Casini al Corriere della Sera del 26 aprile riferendosi a Emmanuel Macron. Casini che si scaglia contro “le consorterie” è quasi ridicolo come il povero Bruno Tabacci che sulla Repubblica del 27 aprile in sostegno di Giuliano Pisapia dice: “Per ricostruire il centrosinistra ci vuole tenuta atletica”. Vecchi democristiani, con una storia decente, per restare sul palcoscenico, si trasformano da ballerine di una certa classe (anche quando non di prima fila) in una sorta di sorelle Bandiera Ps. per i più giovani: guardino su Youtube il famoso trio lanciato da Renzo Arbore.