L’Inter vince la Champions e riaccende l’eterna rivalità fra Italia e Germania

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L’Inter vince la Champions e riaccende l’eterna rivalità fra Italia e Germania

22 Maggio 2010

Bayern Monaco-Inter non è stata solo una partita di calcio tra due fra le più forti squadre del mondo. E’ stata una sfida tra due allenatori, Van Gaal e Mourinho, che erano, sono e resteranno personaggi controversi, unici e singolari. Entrambi si sono giocati un posto nella storia della Coppa Campioni ora diventata Champions League: entrare nella ristretta lista di vincitori della coppa dalle grandi orecchie. Ed ancora, è stata la partita tra il maestro ed il suo discepolo – Josè Mourinho è stato il secondo di Van Gaal ai tempi in cui quest’ultimo era a Barcellona.

La finale, vinta due a zero dall’Inter (doppietta di Diego Milito) è stata anche l’ennesima sfida tra due paesi, Italia e Germania, che vivono, da sempre, un strano fenomeno di seduzione e avversione reciproca. Per i tedeschi l’Italia ha rappresentato a lungo la meta turistica preferita – almeno fino a quando l’ex Cancelliere Schröder non annunciò di non scegliere più la Toscana per le proprie vacanze – ed è indiscutibile la forza seduttiva che il Bel Paese esercita sui tedeschi per il mare, le bellezze artistiche, il carattere aperto e spontaneo degli italiani, l’armoniosità e la melodia della nostra lingua (anche se poi gli italiani vengono allo stesso tempo considerati poco affidabili, caotici, al limite tra la legalità e l’illegalità, sempre sull’orlo del baratro e mai presi veramente sul serio).

Gli italiani, d’altra parte, non amano troppo la Germania. I popoli mediterranei guardano con una certa distanza alla cultura ed alla civiltà mitteleuropea: troppo fredda, silenziosa, distaccata, noiosa, grigia e perfetta. C’è stima e rispetto, ma negli ultimi anni non sono mancati momenti di tensione: se la Fiat non è riuscita ad acquistare Opel è forse anche perché, in fondo, il governo tedesco non ha mai avuto totale fiducia nell’affidabilità dell’impresa italiana. Se poi aggiungiamo anche l’attentato della ‘Ndrangheta a Duisburg del 2007 l’immagine dell’Italia non può che essere contrastante e controversa. Certo, molto spesso si tratta di cliché, di semplificazioni figlie della superficialità, ma c’è anche qualcosa di profondamente vero.

Mediterraneo e Mitteleuropa sono due mondi e due modi di vivere diversi ed in contrapposizione. Sono due concezioni del mondo, due Weltanschauungen, come si dice nella Mitteleuropa, radicalmente diverse, due poli opposti che si attraggono e si respingono in continuazione. Ieri sera Inter e Bayern Monaco hanno impersonato in maniera atipica questo "scontro di civiltà", a parti invertite, se si può dire così, e rovesciando in qualche modo gli stereotipi, visto che il Bayern incarna orgogliosamente il Sud della Germania (l’inno della squadra è "Stern des Südens", stella del sud) mentre l’Inter è la punta di diamante di Milano, il simbolo del Nord d’Italia. L’Inter, in ogni caso, ha giocato all’italiana e, come spesso capita alle nostre squadre, ha vinto. L’inferiorità tecnica del calcio tedesco è stata evidente ed indiscutibile. Chiediamoci se la superiorità dell’Italia, calcistica e non, si fermi qui.