La battaglia per la Casa Bianca entra nel vivo, tra dibattiti in cui Obama e Romney si giocheranno il consenso di milioni d’ elettori, colpi bassi dei rispettivi staff elettorali, scoop veri e presunti su malefatte democratiche e repubblicane. Volando sopra la propaganda e lo show dei contendenti, gli uffici della sicurezza americana sono preoccupati per l’ ipotesi di nuovi attacchi di Al Qaeda in prossimità del cruciale appuntamento con le urne. L’ allarme riguarda il suolo statunitense e, naturalmente, dopo l’ agguato mortale teso al povero ambasciatore Chris Stevens in quel di Bengasi, gran parte dell’ Africa settentrionale e l’ intero Medio Oriente.
La Cia, insieme alle altre strutture d’ intelligence, ha aumentato la vigilanza in tutte le zone a rischio, e segnala forti movimenti tra le varie formazioni terroristiche che fremono per assestare ulteriori colpi potenti al nemico.
In particolare, Ayman al-Zawahiri, successore di Osama Bin Laden, starebbe preparando agguati mirati, anche per consolidare il risultato ottenuto con il blitz libico
dell’ 11 settembre scorso.
I servizi segreti di Washington e d’ Israele convengono ormai sul fatto che i governi derivati dalla Primavera araba non forniscono allo stato alcuna garanzia di efficace collaborazione nel prevenire situazioni perigliose e gravide di significative conseguenze geopolitiche.
Questo deficit d’ affidabilità sarà uno dei primi nodi da sciogliere negli affari esteri per il prossimo presidente degli Stati Uniti.
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Hassan Nasrallah ha sempre sostenuto che Hezbollah si è limitata a fornire all’ amico Bashar Assad un "appoggio morale". La tesi del leader della formazione libanese diventa difficile da credere pure per gli ingenui dopo la recente dipartita di uno dei membri fondatori dell’ organizzazione, Ali Hussein Nassif, a causa dello scoppio di una bomba -ma questa versione è messa in dubbio da fonti siriane- nei pressi di Homs.
Il corpo del combattente, ucciso insieme a diversi compagni di militanza, è stato riportato al villaggio natale, nella valle della Bekaa, dove ha ricevuto l’ ultimo saluto e l’ omaggio delle milizie sciite.
Adesso, a Damasco e Beirut si pensa che Nasrallah possa aumentare la presenza dei propri uomini sul fronte bellico, cercando una rapida vendetta contro i membri del libero esercito siriano.