Lo strano caso dei terroristi di Azf

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Lo strano caso dei terroristi di Azf

02 Dicembre 2009

AZF non è solo il nome dell’ impianto chimico esploso nel 2001, provocando 30 morti , 2500 feriti e danni gravi alla città di Tolosa.

Un gruppo terroristico misterioso, specializzato nel ricattare il governo francese minacciando attentati ai treni e alle linee ferroviarie, si è appropriato della sigla, pensando  che fosse inquietante abbastanza per ottenere i risultati auspicati  dalla ragione sociale. Il primo vagito l’ 11 dicembre del 2003, data in cui Jacques Chirac, allora presidente della Repubblica, e un certo Nicolas Sarkozy, ministro degli Interni destinato a una sfavillante ascesa all’ Eliseo, ricevettero una lettera da una formazione  fino ad allora sconosciuta, l’ AZF, appunto. Nel documento si scrive che la nuova organizzazione farà presto parlare di sè.
 
La promessa venne mantenuta il 13 febbraio 2004, quando i neonati ricattatori chiesero quattro milioni di dollari e un milione di euro in contanti al potere parigino. I sacchi contenenti il danaro avrebbero dovuto essere lanciati da un elicottero della polizia in un campo nei pressi di Montargis, a un centinaio di km dalla capitale francese. Se il governo non avesse accondisceso alla richiesta, la Francia intera sarebbe stata sconvolta da una serie d’ attacchi alle rotaie.

Chirac, Sarkozy e i vertici delle forze di sicurezza si guardarono dal sottovalutare questa missiva, per certi versi strampalata, ma comunque potenzialmente molto insidiosa. Si era, in quegli anni, tra l’ altro, in piena minaccia Al Qaeda, e in Europa, come in tutto il mondo, anche il piu’ innocuo petardo poteva lasciar presagire incendi devastanti. Cosi’, qualche giorno dopo, il 19 febbraio 2004 sul quotidiano Libération apparve un annuncio della polizia destinato all’ AZF: " Mon gros loup, ne prenons pas de risques intutiles, le plus tot sera le mieux. Donne-moi tes instructions. Suzy".

Grosso lupo e Suzy erano naturalmente i nomignoli utilizzati per identificare terroristi e polizia.
Il 21 febbraio, su indicazione degli stessi membri dell’ AZF, venne scoperto un ordigno sofisticato, in grado di far saltare un binario, sulla linea Parigi-Tolosa, nei pressi di Limoges.

L’ opinione pubblica d’ Oltralpe, fino ad allora ignara della vicenda, fu informata degli eventi il tre marzo, da un quotidiano regionale del Midi, che ruppe il silenzio preteso da Sarkozy e dai massimi vertici repubblicani.

Il 26 marzo, AZF annunciò la sospensione delle attività terroristiche.  Dopo essere stata pagata dal governo?  Nessuno ne ha le prove, e certo non sarà andata in quel modo. Sta di fatto che un’ organizzazione in grado di produrre e depositare bombe , minacciando  le somme istituzioni della Francia, da allora, pare essersi volatilizzata. In Italia, almeno questo fenomeno, toccando ferro, ce lo siamo risparmiato.