Lombardo si difenda da “Iblis”, il Pd potrebbe abbandonarlo
19 Novembre 2010
Da una parte c’è Raffaele Lombardo, presidente della Regione Sicilia, che ieri pomeriggio nel corso di una conferenza stampa fiume ha esternato la sua verità su ‘Iblis’, la più grossa inchiesta su mafia, appalti e politici che la Dda di Catania ha mai coordinato, nella quale sarebbe coinvolto insieme al fratello Angelo: per entrambi però ancora nessun avviso di garanzia. Dall’altra c’è il Pd isolano che, in Sicilia, da forza d’opposizione si è trasformato in partito di maggioranza, nel quarto governo dell’Isola in poco più di due anni che, forse oggi, deciderà se scappare o rimanere a far da gamba all’esecutivo regionale.
La linea ufficiale dei Democratici in Sicilia è rimasta quella del sostegno al governo, anche se buona parte della pancia della sinistra del partito da diversi mesi non riesce più a digerire la posizione. Dopo la direzione regionale dunque potrebbero emergere novità anche se le bocche per il momento sono cucite, i dirigenti si riuniranno rigorosamente a porte chiuse e nessuna anticipazione è consentita. “Ascolteremo Lombardo – hanno detto prima della conferenza stampa del presidente il segretario regionale Pd Giuseppe Lupo e il capogruppo all’Ars Antonello Cracolici – ma è giusto che ogni valutazione sia fatta nel corso della riunione di oggi”.
Due ore e dieci tanto è durato l’appuntamento del governatore con i giornalisti. Oltre 120 minuti per difendere la “propria onorabilità” come ha sottolineato all’inizio dell’incontro. Raffaele Lombardo ha parlato di una vera aggressione mediatica negli ultimi 9 mesi che vuole scalfire la sua quarantennale carriera politica. “Il Tg1 di Minzolini – considera il governatore – mi ha dedicato cinque servizi in undici giorni. I settimanali continueranno domani e anche dopo”.
In un passaggio Lombardo parla di “fuga di notizie” di chiara “matrice politica”. Il presidente della Regione Sicilia smonta punto per punto le notizie trapelate sul suo coinvolgimento nell’inchiesta coordinata dalla Dda etnea e la sua ‘vicinanza’ ad ambienti della criminalità organizzata.
“Diverse volte – spiega Lombardo – la Procura di Catania si è espressa su questa vicenda, con documenti che sono a disposizione di tutti e già dallo scorso 29 marzo ha parlato di ‘matrice politica’, vale a dire di una pubblicazione determinata da contrapposizioni di questa natura”.
“Probabilmente – continua il governatore – vogliono far cadere l’esecutivo regionale per far pagare all’Mpa di non essersi alleato con il governo nazionale”. E sui rapporti con esponenti della mafia etnea, spiega di non essere mai stato a casa dell’ ex consigliere comunale Rosario Di Dio, ma di averlo incontrato quando questi era sindaco di un piccolo Comune in provincia di Catania e che gli chiese di sbloccare dei concorsi fermi da tempo. Su Vincenzo Aiello, boss della provincia catanese, Lombardo nega di averlo mai conosciuto e soprattutto di aver mai chiesto soldi o voti. Lombardo nonostante il polverone che si è alzato però vuole andare avanti, ribadendo di non pensare affatto alle dimissioni.
L’ex ministro Enzo Bianco è stato tra gli esponenti del partito di Bersani che nelle settimane scorse ha detto chiaramente di non gradire il sostegno del suo partito al governatore di Sicilia. E Lombardo non si risparmia nemmeno su questo. La stoccata, in una dichiarazione all’Ansa: “’Enzo Bianco per merito mio non ha fatto il sindaco a Catania nel 2005, ci vuole riprovare e quindi cerca di eliminarmi perché teme che anche questa volta non sia eletto per la mia azione politica”.
Sul resto del silenzio, dentro il Pd, torna l’Italia dei Valori. L’Europarlamentare e responsabile nazionale del dipartimento antimafia Sonia Alfano si dice poco convinta delle parole del presidente della Regione e parla di “esibizione teatrale del governatore”. “Conosciamo bene – dice – il sistema Lombardo e i suoi ingranaggi, e io li ho già denunciati nel 2008. Se il Pd pensa di tenere a bada le proteste degli ormai ex alleati e della base mandando Lombardo in tv o sui giornali a ripetere le banalità sentite oggi si sbaglia”, conclude Alfano. Sempre dall’Idv il coordinatore regionale Fabio Giambrone torna a chiedere, come in passato, le dimissioni del governatore.
La Sicilia laboratorio di nuove alleanze politiche a livello nazionale? In molti se lo chiedono e, sempre da Lombardo, arriva la conferma.“Si può governare anche senza il Pdl, lo stiamo facendo in Sicilia è un modello che si può riproporre a Roma. Condividiamo molte idee con Francesco Rutelli, Gianfranco Fini, Pierferdinando Casini e con Pierluigi Bersani abbiamo avviato un buon dialogo. Se rimane questo governo centrale si rischia di andare ad elezioni anticipate, mentre un governo di responsabilità può garantire la durata della legislatura fino al 2013”. Chiosa così il suo monologo del venerdì Raffaele da Grammichele.
Ma i giovani sono pronti a sfilare e manifestare il loro dissenso. Oggi a Palermo si svolgerà il ‘No Lombardo day’, organizzato dai ragazzi di Giovane Italia, un corteo per dire no ai ribaltoni politici. Confermata la partecipazione dei coordinatori nell’Isola del Pdl, Giuseppe Castiglione e Domenico Nania.