L’Osservatore Romano critica Saramago, marxista che detestava Dio
19 Giugno 2010
di redazione
All’indomani della scomparsa del grande scrittore portoghese, Josè Saramago, l’Osservatore romano non risparmia i toni critici verso un autore che ha ripetutamente messo in discussione il ruolo della Chiesa e della religione nella storia umana in quella europea in modo specifico.
In particolare il giornale della Santa Sede mette in luce, oggi, il materialismo marxista dell’autore e il suo attacco diretto all’idea religiosa, al Dio creatore. L’Osservatore sottolinea in primo luogo quale fosse il nucleo centrale della sua narrazione: "La Storia maiuscola in filigrana a quella del popolo", quindi "una struttura autoritaria totalmente sottomessa all’autore, più che alla voce narrante, non solo onnisciente ma anche onnipresente; una tecnica dialogica in tutto debitrice all’oralità; un intento inventivo che non si cura di celare con la fantasia l’impronta ideologica d’eterno marxista; un tono da inevitabile apocalisse il cui perturbante presagio intende celebrare il fallimento di un Creatore e della sua creazione".