L’ostaggio

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04 Agosto 2023

In un editoriale sul Washington Post, il presidente del Niger Mohamed Bazoum scrive che “il colpo di stato lanciato contro il mio governo da una fazione dell’esercito il 26 luglio non ha alcuna giustificazione e potrebbe avere conseguenze devastanti per il nostro paese, la nostra regione e il mondo intero”. Bazoum, deposto dai golpisti, è tenuto in ostaggio nel palazzo presidenziale.

“Scrivo queste cose come ostaggio. Il Niger è sotto attacco da parte di una giunta militare che sta cercando di rovesciare la nostra democrazia, e io sono solo uno delle centinaia di cittadini che sono stati arbitrariamente e illegalmente imprigionati. I golpisti affermano falsamente di aver agito per proteggere la sicurezza del Niger. Affermano che la nostra guerra contro i terroristi jihadisti sta fallendo e che il mio governo economico e sociale, comprese le partnership con gli Stati Uniti e l’Europa, ha danneggiato il nostro Paese”.

Bazoum è stato eletto democraticamente due anni fa ed è prigioniero dei militari golpisti da mercoledì scorso. Intanto, i golpisti affermano che risponderanno a qualsiasi “aggressione o tentativo di aggressione” nei loro confronti da parte dei Paesi dell’Africa occidentale. Domenica, scadrà l’ultimatum per ristabilire l’ordine imposto dall’Ecowas (Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale). Fa riflettere che mentre diversi Paesi europei evacuano il Niger , l’amministrazione Biden sembra intenzionata a restare.

Il Niger per gli Usa rappresenta l’ultimo avamposto nella lotta al terrorismo jihadista in Africa occidentale e nel contenimento dei mercenari russi di Wagner. Ancora una volta, dunque, lasceremo l’America sola a difendere la democrazia?